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Alla fine l'avranno vinta loro, i Gramellini d'Italia, e il contributo straordinario a carico dei redditi medio alti, quelli al di sopra dei 90mila euro all'anno, verrà cancellato, o almeno ridotto ad un provvedimento simbolico.
Di tutta la vicenda resterà soltanto il triste spettacolo di un governo che non ha l'autorevolezza di imporre ad un piccolo gruppo di privilegiati di restituire almeno una piccola parte di quanto lo Stato, che qui si sta parlando quasi essenzialmente di un ceto sociale fatto da dirigenti statali, funzionari, giornalisti, consulenti etc. che di denaro pubblico vivono (molto bene), gli garantisce ogni anno.
Alla fine si preferirà alzare l'aliquota dell'Iva, chiesta a gran voce dalla loro tribune giornalistiche da tutti i Gramellini d'Italia, anche con riferimenti sbagliati ai regimi fiscali degli altri paesi dell'Unione Europea, ma questo fa parte della professionalità, scarsa, sempre troppo presente nelle redazioni dei quotidiani italiani.
In fondo lo hanno fatto tutti, Grecia, Portogallo e perfino la Germania, che però la tiene ancora più bassa che l'Italia ( al 19% contro il 20%) e non più alta, come qualche autorevole esponente della stampa nostrana aveva scritto.
Grande sostenitore dell'aumento dell'Iva è Il Sole 24ore, quotidiano di Confindustria, che spiega analiticamente come sia in fondo corretto spalmare su tanti il costo della manovra, magari pure a costo di provocare un po' di inflazione, che andrà a erodere ancor di più il magro potere d'acquisto degli italiani, piuttosto che farsi restituire qualche centinaio di euro dai "Medio Alti".
Si può star sicuri che anche molti dei tagli alla spesa pubblica, già insufficienti, contenuti nella bozza di manovra presentata dal governo saranno eliminati, vista l'accanita opposizione di tutti coloro che vedono in pericolo la loro, magari piccola, posizione di potere e privilegio.
Difficile che si operino veramente accorpamenti tra provincie e piccoli comuni, perché quando si chiede di tagliare le spese si pensa sempre che debbano tagliarle gli altri.
Singolari poi le motivazioni che stanno alla base del rifiuto di accorparsi e le scappatoie pensate per evitarlo.
Addirittura geniale quella di Franca Biglio, sindaco di Marsaglia, nel cuneese, che ha chiesto di ospitare circa 800 degli immigrati che continuano a sbarcare a Lampedusa, anche se nessuno sembra farci più caso, in modo da superare il numero di abitanti previsto dal decreto per l'obbligo di accorparsi con altri comuni.
Considerando poi che lo Stato paga 42,50 euro al giorno per il mantenimento di ogni immigrato, si il sindaco avrebbe trovato pure un fonte di finanziamento alternativa da non sottovalutare.
In somma, l'unica cosa di cui si può star certi è che anche questa volta saranno i milioni di cittadini comuni a dover far fronte alle esigenze delle finanze statali, anche perché le famose riforme strutturali del sistema pensionistico e fiscale, quelle che dovrebbero far invertire la rotta al corso del debito pubblico nazionale, sembrano sempre di più delle creature mitologiche, perse tra i veti di sindacati...e Lega Nord, ormai il vero partito della conservazione dei privilegi e degli sperperi, ad onta delle origini barbariche e rivoluzionarie.
Se il governo non ha l'autorevolezza per attuare un piano di riforme efficacie, l'opposizione non sembra essere nemmeno in grado di presentare una proposta che abbia un minimo di senso compiuto, anche se il filosofo (sic) Pierluigi Bersani ha annunciato la presentazione di un "piano equo", dei cui capisaldi non è stato possibile avere un'anticipazione e non è difficile pensare che conterrà nient'altro che i soliti slogan sulla lotta all'evasione fiscale, sempre annunciata da ogni governo ma mai attuata da nessuno.
Una politica nazionale evidentemente non in grado di affrontare la crisi internazionale e non consola che a rivelarsi inadeguati siano anche i governi e i politici del resto d'Europa (per non parlare degli Usa).
Investi improvvisamente dalla tempesta scatenatasi sui mercati finanziari, anche Angela merkel e Nicolas Sarkozy hanno scoperto che i loro paesi non possono ritenersi al sicuro dall'attacco speculativo contro la moneta unica europea.
Del resto gli ultimi dati economici hanno mostrato un pericoloso rallentamento sia dell'economia tedesca che di quella transalpina, dimostrando come in realtà lo stentato progresso del Pil italiano sia in linea con quello degli altri paesi.
Neanche è servito a molto l'incontro tra i due leader che, annunciato con grande enfasi, ha infine prodotto il classico topolino, con l'ennesimo diniego della Merkel sugli Eurobond, i titoli di Stato europei, che pure sono oggetto di studio da parte della commissione europea.
Non possono esserci titoli di Stato europei senza la creazione di una vera unità politica europea, obietta non senza ragioni la Merkel. Peccato che questa obiezione non sia stata avanzata pure quando è stata creata la moneta unica, senza che fosse stato prima creato un vero stato europeo.
Fu allora tutto un festeggiare ed un invito ad essere felici per l'evento che avrebbe assicurato la prosperità per il futuro.
Allora invece coloro che avanzavano dubbi sulla creazione della moneta unica, ma anche sull'apertura totale delle frontiere e sulla completa liberalizzazione degli scambi commerciali, con la scelta suicida di accettare la Cina nello Wto, era considerato, nel caso più favorevole, uno "scettico" incapace di vedere il roseo futuro che quelle scelte stavano preparando.
Il bello è che anche di fronte al disastro conclamato c'è ancora gente disposta a dare fiducia a coloro che ne sono stati artefici, magari sostenendo che la colpa è di chi non ha provveduto a realizzare le giuste condizioni per sviluppare il progetto, che è come sostenere che i modelli di socialismo reale realizzati non hanno mai funzionato solo perché chi li ha attuati ha "sbagliato" a mettere in atto le riforme necessarie, senza mai voler considerare che forse l'errore è proprio nelle basi della teoria.
Intanto le borse finanziarie continuano a perdere terreno, seguendo disegni ben precisi di allineamento dei cambi delle valute e prezzo dei metalli preziosi, considerati unico vero bene rifugio.
Tutto è ormai rimandato al mese di Settembre, quando tutti i leader mondiali, a partire da Barack Obama, annuncieranno i nuovi provvedimenti per rilanciare l'economia e l'occupazione.
Nell'attesa i credenti preghino, gli altri si limitino a sperare di cavarsela.
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