Con le parole chiave, che cosa stiamo cercando di fare, in realtà? Di guardare al nostro prodotto (il mio libro, ma potrebbe essere il tuo), non con gli occhi di parte (i nostri), ma con lo sguardo del lettore, o della lettrice che sia.
È un passo fondamentale: come il passaggio dal sogno alla realtà. E il risveglio non è mai piacevole.
Di solito un autore esordiente evita con cura di svegliarsi, e se gli capita, riesce a convincersi che la colpa non è sua, ma dei lettori che non lo capiscono. E premiano della robaccia.
La robaccia c’era pure ai tempi di Tolstoj; e lui vendeva.
Quindi lascia perdere questi argomenti e chiediti invece come agire perché la tua opera possa arrivare ad altri.
Adesso ti spiego un altro buon motivo per leggere (e solo in apparenza sto passando di palo in frasca).
Ricapitoliamo: abbiamo dato un’occhiata ai termini che ricorrono nella nostra opera.
Alcuni sono inutili, altri possono essere interessanti. Dobbiamo farci qualcosa, creare per esempio una descrizione che comunichi al cliente (cioè il lettore), il valore dell’opera, un valore in grado di differenziarla da tutte le altre.
Non si può procedere affatto con un elenco che contenga le parole chiave, legate più o meno da concetti che facciano da colla. L’ideale è usare alcune di esse per una narrazione più efficace, che sveli le caratteristiche uniche del tuo prodotto-libro. Tieni presente che se riesci a lavorare bene, quei concetti li potrai riprendere, adattare, e replicare sulle piattaforme sociali. Ma come si fa a cominciare? Ho una manciata di parole chiave, che me ne faccio?
Occorre guardare a quello che è stato messo a punto per certi autori. Per prima cosa: il loro genere e il tuo devono in qualche modo combaciare. Se hai scritto un horror, dubito che ti possa essere utile guardare a Leonardo Sciascia.
Altro aspetto essenziale: questi autori a te vicini, li devi conoscere, frequentare parecchio.
Se come il sottoscritto sei appassionato di Raymond Carver, e hai letto quasi tutto di questo autore, e magari hai pure avuto il coraggio di illustrare come scrivere un racconto, utilizzando proprio un suo racconto. Ebbene, conosci il suo mondo. Sai che cosa c’è nelle storie di questo autore statunitense.
Questa conoscenza ti sarà utile per comprendere come l’ufficio marketing della casa editrice ha agito per confezionare un abito adeguato all’opera.
Lo so, lo so: tu mi dirai che il loro lavoro è facile perché sono case editrici, hanno già un nome, eccetera. Ma è vero solo in parte, perché sono sul mercato, e devono restarci. Devono comunque approntare tecniche e strategie che siano in grado di colpire l’attenzione del lettore. Di fargli pensare: “Ehi, forse qui c’è qualcosa di buono”.
La descrizione di un libro non è soltanto dire in poche righe il succo di quelle pagine. La faccenda è un po’ più complessa di così. Innanzitutto, chi la redige non desidera raggiungere chiunque.