Se vi state chiedendo che differenza c’è tra la lana cotta e il feltro, siete capitati nel posto giusto per scoprirlo!
A prima vista, si potrebbe pensare che siano lo stesso tessuto, ma un occhio pratico e attento capirà subito la differenza. Seppur caldo e compatto, il feltro deriva dalla lana cardata, ovvero dalla lana già pulita e districata ma non ancora filata. Ecco perché il risultato è quello compatto e unitario al quale siamo abituati.
La lana cotta, invece, è sottoposta a un processo di follatura, che altro non è che l’infeltrimento, di una lana precedentemente filata. Interessati al processo di infeltrimento? Niente di più semplice!
Partiamo dal presupposto che abbiate già un capo di lana infeltrito involontariamente in lavatrice (a chi non è ancora capitato, alzi la mano!): se così non fosse (maghe!) potete sempre far fuori quel maglione del 1986 a cui siete tanto legate ma che non metterete proprio mai più! Perché il processo che vi andrò a indicare gli darà nuova vita e voi non perderete nulla!
Prendete il vostro capo di lana e una federa con i bottoni o meglio ancora con la cerniera e chiudetevelo dentro. Buttate tutto in lavatrice e lavate una prima volta a temperature alte con del detersivo per piatti (sapone altamente infeltrente, semmai vi capitasse di volerlo usare su altri vestiti!). Dopo la centrifuga fate ripartire un secondo lavaggio, ma stavolta con la temperatura bassa: il risultato di un bucato super infeltrito è più che garantito!
A questo punto, vi basterà solo tagliarlo e cucirlo a vivo, magari con del filo a contrasto, e decorarlo con bottoni macro e spilloni da balia, in perfetto stile alpino. Infatti sono i tirolesi ad aver lanciato la moda del tessuto caldo, spesso e compatto quale è la lana cotta.
E che poi nel tempo anche Coco Chanel si sia ispirata a questo stile è ormai storia…
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