Il genere rosa nasce in Italia intorno agli anni 30 del Novecento (il primo libro di Liala, Signorsì, è stampato da Mondadori nel 1931) in seguito allo sviluppo di un'editoria moderna che individua precisi settori di mercato a cui corrisponde una determinata categoria di lettori, attuando collane specializzate per ogni genere di romanzo di intrattenimento (ovviamente il pubblico a cui era destinato il romanzo Rosa erano le donne.). I più importanti esponenti di questo genere sono: Liala (Liana Cambiasi Negretti Odescalchi), i francesi fratelli Delly e l'inglese Barbara Cartland.
Attualmente questo genere ha avuto una diffusione seriale attraverso i romanzetti anglosassoni che hanno raggiunto un buon successo grazie all'azione pubblicitaria del nome della collana Harmony, Blue Moon, ecc.
Il genere rosa, come tutti gli altri generi letterari, presenta nel suo sistema una serie di caratteristiche che rendono inscrivibili al suo interno determinate tipologie di romanzi che ad alcune di esse rispondono. Ovviamente si deve tenere conto delle dovute distinzioni dei sottogeneri e della periodizzazione in cui le opere si collocano. In generale possiamo affermare che una componente essenziale delle trame di questi romanzi è il confronto polemico tra l'uomo e la donna. Anche se questo motivo si accentua dagli anni 70 in poi. Lo scontro tra uomo e donna è di carattere psicologico, di natura conflittuale, dal momento che la donna adotta una strategia di ribellione più o meno aperta nei confronti del partner. Il conflitto si risolve in un matrimonio e la vicenda si conclude quindi con il lieto fine della fiabe, reso possibile dal fatto che la donna diventa meno ribelle e l'uomo impara ad essere più cortese. Un'altra caratteristica è incentrata sull'erotismo più o meno accentuato a seconda dei sottogeneri e dei periodi. L'erotismo, nel romanzo rosa ha una valenza positiva, contrariamente a quanto avveniva nel romanzo popolare. Nel rosa, l'erotismo femminile ha perso ogni connotazione negativa: vengono meno le figure della vergine prostituta, della maliarda seduttrice, della avvenente donna attempata, l'eroina è una donna vergine e sensuale, vittima dell'uomo ma capace anche di tenergli testa e perseguitarlo a sua volta. Un'altra caratteristica del genere è la rarefazione della trama, lo scontro tra uomo e donna sembra quasi un gioco rituale che serve solo a precedre l'accoppiamento, i conflitti sono deboli, a volte poco credibili e non tendono ad accentuarsi ma piuttosto a risolversi. A fare da sfondo a queste trame i luoghi e le epoche sono indeterminati fino quasi ad assomigliare a dei paesaggi favolistici.
La scelta dei personaggi corrisponde a carettristiche precise: l'uomo eroe della virilità, duro, irraggiungibile, la donna bellissima a momenti fragile, una preda perfetta molto agile nella corsa che all'occorrenza sfodera meravigliosi artigli. A queste caratteristiche si unisce "un'iperbolica espressiva" centrata soprattutto sulla descrzione fisica dell'immagine e in particolare delle sensazioni fisiche della donna. In questo modo leggere diventa toccare, odorare, udire e contemporanemante permette alla lettrice di sentire l'attesa.
Questo genere non si è limiatto nel tempo a racconatre l'amore e il sesso ma ha anche trasmesso un messaggio sociale ad un livello più profondo: l'invito all'amore e al sesso.
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