Stamattina mi trovavo a scuola con il Preside (in effetti adesso si chiama D.S., ma era per capirci) dando uno sguardo ai futuri progetti teatrali (pensati anche contro la dispersione scolastica)prima delle ferie.
A un certo punto bussano alla porta ed entrano due ragazze: una è del quarto anno e ci presenta una ragazza dai tratti somatici inconfondibilmente cinesi.
Ci comunica che vorrebbe visitare la scuola, perchè ha intenzione di iscriversi da noi per il prossimo anno scolastico.
Il Preside le fa qualche domanda di rito: è buffo e simpatico sentirla parlare con un marcato accento veneto.
Dice di venire da Treviso, dove ha frequentato con successo la Terza Media e di doversi trasferire in Sardegna dal mese di Settembre 2010.
Ancora più buffo mi sento io, perchè mi aspettavo di sentirla parlare in cinese, o comunque con accento cinese (magari con le elle al posto delle erre, come da copione).
Il suo italiano è invece perfetto (a parte l’accento veneto, ma non credo sia un difetto, anzi….).
Ma la cosa più simpatica in assoluto è questa: proprio quando sono entrate le due ragazze stavo esponendo al Preside il mio progetto di mettere in scena un pièce teatrale per metà ambientata in in Sardegna e per l’altra metà ambientata in Cina.
Tra i personaggi della commedia (che si intitola “L’uomo che disse subito sì” ed è stata già rappresentata a Ghilarza con successo lo scorso anno) vi è una ragazza cinese alla quale ho messo il nome di “Ying-Tsie-Tan”.
Appena l’ho vista sulla porta ho notato che la sua figura corrisponde alla descrizione che ho dato al personaggio.
Quando l’accompagno a visitare la scuola le chiedo il nome.
“Ying” mi ha risposto timidamente.