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Avete mai visto Le donne non vogliono più? Ma soprattutto, conoscete mica un certo Pino Quartullo? Beh, io prima di scoprire il film, devo dire che sapevo di Quartullo quanto possa dire sulla fisica nucleare, cioè, nulla! Allora Quartullo dirige questo film nel 1993, "si dice di lui" che sia regista, attore, sceneggiatore e doppiatore italiano. Classe 1957, ha esordito al cinema come attore, recitando per Enrico Montesano nel film A me mi piace (1985) e scrutando il suo curriculum vengono fuori incongruenze piuttosto sconcertanti.
Giusto per rendere l'idea a quanti non avessero visto Le donne non vogliono più, Luca/Quartullo è un bancario alla disperata ricerca di soddisfare il desiderio paterno. La compagna storica Francesca/Lucrezia Lante Della Rovere invece non ne vuole sapere. Questa divergenza nei desideri della coppia porterà Luca ad andarsene per intraprendere le più inverosimili avventure, dal rimorchiare donne e proporle di fare un figlio non appena abbia detto loro "piacere, mi chiamo Luca", al ricorrere alla banca del seme per fare la propria donazione e sperare così, che prima o poi, qualcuna possa piombargli in casa con il bambino tanto desiderato. L'idea di quest'uomo tanto bramoso di paternità, sensibile fino a diventar matto, poteva dar luce a qualcosa di interessante, se non altro contenuto entro i limiti della decenza cinematografica. Purtroppo non è andata così, al di là del fatto che Quartullo (e qui tornano le incongruenze di cui accennavo sopra) è tanto fastidioso, attorialmente parlando, che a fatica si rimane a guardare. Diplomato in regia all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, con tanto di diploma in recitazione presso il Laboratorio di Gigi Proietti, cioè, ma scherziamo???
A peggiorare la situazione poi le battutine deprimenti che vorrebbero fare del film una commedia per tutti, che schiaffa allo spettatore argomenti delicati o forse ancora un po' taboo per i più, come l'omosessualità e l'adozione, la donazione dello sperma e la fecondazione artificiale. O l'idea di una famiglia composta da due papà o due mamme. Alla fine, tornando al film e alla sua storia, Luca incontrerà una coppia lesbica, la stessa che, vorrebbe a tutti i costi un bambino. Si, immaginate i più ridicoli tentativi di organizzare rapporti sessuali atti alla riproduzione, e immaginate pure che la vostra pazienza a un certo punto vacilla, mettendovi a dura prova. Eppure Quartullo ha lavorato con Luigi Magni, Dino Risi ah, aspetta. Leggo anche Federico Moccia...
Ad alleviare le mie pene, di fronte a delle performance recitative davvero vergognose e a una sceneggiatura che tenta di campare sulla comicità che, renderebbe grandi attori anche i maschietti negli spogliatoi dopo una partita di calcetto (così come le femmine pettegole mentre fanno shopping), un attimo di dolcezza e metafora dell'istinto paterno. Uno soltanto. Il finale del film, infatti, ci lascia con l'immagine di un uomo seduto a un tavolo (un uomo che probabilmente, non sarà mai quel padre che sognava di diventare), una papera e un piccolo uovo...
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