Un Pippo Baudo amareggiato ai blocchi di partenza, della nuova edizione di “Novecento”, programma dedicato alla storia recente del nostro Paese che torna in tv a dieci anni dalla sua prima stagione: ”Ciò che mi ha fatto più soffrire è stata la dimenticanza espressa dalla Rai nei miei confronti”. – “La dimenticanza è ingiusta, disonorevole e cattiva. Sono contento di aver firmato il contratto con Rai 3, nonostante abbia trascorso un periodo terribile, con la sensazione di essere stato fatto fuori dall’azienda”.
“La Rai è terrificante quando chiude le sue porte. Ho passato mesi a sbattere contro ‘pareti kafkiane’ in cerca di una risposta. Pensavo di aver chiuso per sempre con la tv”. - “E’ disumano trattare così chi ha ancora delle potenzialità creative”!
Con tutta la riconoscenza dovuta ad un personaggio che ha contribuito alla storia della nostra televisione italiana, a cui è necessario esprimere la gratitudine e i complimenti per tutti questi anni di gloriosa attività, per il magnifico rapporto, creato con il pubblico grazie alla professionalità che ha saputo trasmetterci giorno dopo giorno, va anche aggiunto che, come si dice nessuno è insostituibile, che tutti siamo preziosi ma, nessuno è indispensabile.
Questa sua critica posizione ci sembra un vero dramma esistenziale, con calo di autostima, un disagio potenziato dal ruolo di potere, legato all’enorme popolarità, raggiunta negli anni d’oro della televisione in Italia.

L’etichetta di “generazione 1000 euro” sembra essere addirittura troppo lusinghiera, alla luce del tasso di disoccupazione giovanile registrato in Italia negli ultimi mesi, giovani con difficoltà nell’andare avanti e nel trovare un lavoro, pur avendo una laurea e che si accontenterebbero di fare programmi meno eclatanti e sicuramente con cachet inferiori a 5 o più zeri del Pippobig della televisione nazionale.

Per lo sfogo di Baudo si potrebbe parlare e a ragione di una vera e propria crisi del “pensionamento” al quale va un sincero abbraccio, con il cordiale e affettuoso saluto dagli spettatori più affezionati, che avranno sinceramente piacere di rivederlo nuovamente alla conduzione di questo programma televisivo, ma anche un po’ di rammarico da parte di quegli “invidiosi” che non potranno mai, permettersi una vita pensionistica di quel livello.
Invidiosi, ma felici per lui, con tanta riconoscenza, per il meraviglioso modo di lavorare che ha costruito per noi, giorno dopo giorno, in tanti anni e… in tutti i casi, anche con un piccolo…beato lui!