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Le proteste di Pippo Baudo

Creato il 21 settembre 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Le proteste  di Pippo BaudoUn Pippo Baudo amareggiato ai blocchi di partenza, della nuova edizione di “Novecento”, programma dedicato alla storia recente del nostro Paese che torna in tv a dieci anni dalla sua prima stagione: ”Ciò che mi ha fatto più soffrire è stata la dimenticanza espressa dalla Rai nei miei confronti”. – “La dimenticanza è ingiusta, disonorevole e cattiva. Sono contento di aver firmato il contratto con Rai 3, nonostante abbia trascorso un periodo terribile, con la sensazione di essere stato fatto fuori dall’azienda”.

“La Rai è terrificante quando chiude le sue porte. Ho passato mesi a sbattere contro ‘pareti kafkiane’ in cerca di una risposta. Pensavo di aver chiuso per sempre con la tv”. -  “E’ disumano trattare così chi ha ancora delle potenzialità creative”!

Le proteste  di Pippo Baudo
Super-Pippo accusa  l’azienda di pagarlo meno degli altri, circa un 75% in meno delle cifre dei colleghi più ‘preziosi’, oggetto in estate di furiose polemiche e ha poi parlato dei suoi progetti futuri, un nuovo programma da lui  proposto che come ha  spiegato, sarà una sorta di fiction e varietà ma non come quelli di oggi. Adesso le trasmissioni di varietà sembrano tutte uguali, inoltre – ha tenuto a precisare “ vorrei ricordare che il primo talent-show sono stato io a crearlo con ‘Gran Premio’. Oggi sembra che tutti abbiano scoperto l’acqua calda”.

Con tutta la riconoscenza dovuta ad un personaggio che ha contribuito alla storia della nostra televisione italiana, a cui è  necessario esprimere la gratitudine e i complimenti per tutti questi anni di gloriosa attività, per il magnifico rapporto, creato con il pubblico grazie  alla professionalità che ha saputo trasmetterci giorno dopo giorno, va anche aggiunto che, come si dice  nessuno è insostituibile, che tutti siamo preziosi ma, nessuno è indispensabile.

Questa sua critica posizione  ci sembra un vero dramma esistenziale, con calo di autostima, un disagio potenziato dal ruolo di potere, legato all’enorme popolarità, raggiunta negli anni d’oro della televisione in Italia.

Le proteste  di Pippo Baudo
Oggi, la Tv guarda al futuro e al suo svecchiamento, proiettata a  iniziative on-line ancora più ricche in fatto di guadagni di spettatori, ci si troverà di fronte ad una vera e propria competizione per riempire il web-palinsesto, atta a valorizzare nuove forze lavoro. Non dimentichiamo che ci troviamo in una realtà sociale ad alto tasso di disoccupazione, con una fetta sempre maggiore di popolazione che risulta improduttiva e che i più colpiti dalla crisi del mercato del lavoro sono, i giovani.

L’etichetta di “generazione 1000 euro” sembra essere addirittura troppo lusinghiera, alla luce del tasso di disoccupazione giovanile  registrato in Italia negli ultimi mesi,  giovani con  difficoltà nell’andare avanti e nel trovare un lavoro, pur avendo una laurea e che  si accontenterebbero di fare programmi meno eclatanti e sicuramente  con  cachet inferiori a 5 o più zeri del Pippobig della televisione nazionale.

Le proteste  di Pippo Baudo
Sarebbe auspicabile che un’icona di prestigio come  Baudo, proveniente dai vecchi media, prendesse atto del fatto che, per raggiunto merito cronologico e grazie ai grandi benefici economici fino da ora percepiti  potrebbe  anche dedicarsi alla contemplazione e alla vita godereccia, offrendo un’opportunità di lavoro ad un aspirante nuovo presentatore. Magari, affiancandolo, in secondo piano, per aiutarlo e spronarlo ad apprendere i segreti per arrivare preparati a ogni appuntamento con il pubblico.

Per lo sfogo di Baudo  si potrebbe parlare  e a  ragione di  una vera e propria crisi del “pensionamento” al quale va un sincero abbraccio, con il cordiale e affettuoso saluto dagli spettatori più affezionati,  che avranno sinceramente piacere di rivederlo nuovamente alla conduzione di questo programma televisivo,  ma anche un po’ di rammarico da parte di quegli “invidiosi” che non potranno mai, permettersi una vita pensionistica di quel livello.

Invidiosi, ma felici per lui, con tanta riconoscenza, per il meraviglioso modo di lavorare che ha costruito per noi, giorno dopo giorno, in tanti anni e… in  tutti i casi, anche con un piccolo…beato lui!


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