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Le vite degli altri - Luca

Da Giulietta88
Le vite degli altri - Luca
Luca stava correndo. Sentiva il sudore sul suo viso, la vista era annebbiata e il respiro affannato. Non sapeva nemmeno dove fosse, intorno a lui distingueva soltanto alberi e sterpaglie.
Nel frattempo la notte avvolse nell' oscurità la foresta. Lui era visibilmente agitato e continuava a tremare. Il fiato che gli usciva dalla bocca creava dei piccoli sbuffi di fumo. Faceva freddo.
Si guardò freneticamente a destra e a sinistra cercando di capire quale strada dovesse percorrere ma lì, in quel luogo sperduto, non c' erano vie da poter scegliere. La terra era umida e fangosa e ovunque mettesse i piedi inciampava cadendo rovinosamente.
Come diavolo ci era finito in quel posto dimenticato da Dio? Gli sembrava di sentire costantemente strani rumori e che mille occhi lo stessero osservando. Quella specie di foresta era pulsante di vita e lui aveva una paura tremenda che qualcosa o qualcuno sarebbe sbucato all' improvviso dall' oscurità per fargli del male, anzi, per ucciderlo.
Doveva allontanarsi il più in fretta possibile anche se non sapeva quale fosse la direzione giusta da prendere, forse si sarebbe salvato la pelle se avesse continuato a spostarsi rapidamente.
Dopo un' ora di corsa e di cadute Luca, esausto, si fermò alle radici di un albero per cercare di riposare un po', ma i suoi occhi restarono spalancati. Non riusciva a togliersi di dosso quell' orribile sensazione di essere perennemente seguito e ormai l' unica cosa che sperava era che sorgesse il sole il prima possibile per poter capire meglio dove si trovasse e se effettivamente qualcuno lo stesse pedinando.
D' un tratto il rumore di rami spezzati lo mise in guardia. Tese le orecchie per captare ogni singolo suono e cercò di rimanere in silenzio respirando il meno possibile.
Non aveva le forze per potersi alzare e scappare, eppure qualcosa si stava avvicinando sempre di più e lui non riusciva a reagire in alcun modo, se ne stava fermo in attesa che la sua vita venisse stroncata da un assassino o da una bestia feroce in cerca di cibo.
Ed ecco che, aguzzando la vista, notò due enormi occhi gialli che lo stavano fissando nel mezzo di un cespuglio a pochi metri da lui. Quello sguardo indecifrabile non si spostava nemmeno di un millimetro e Luca rimase ipnotizzato. Il cuore gli stava letteralmente scoppiando nel petto, il sudore si era mischiato alle lacrime che gli scendevano sulle guance, la bocca tremava.
Il lupo uscì allo scoperto lentamente, era nero più della notte e l' unica cosa che si poteva vedere con chiarezza era proprio lo scintillio di quegli occhi famelici che al buio risplendevano come due torce in fiamme. Quello che stava fissando sarebbe diventato presto la sua cena.
Luca emise un gemito soffocato di terrore, l' animale cominciò a ringhiare e in un attimo fece un balzo verso di lui. Il ragazzo chiuse gli occhi per la disperazione e con tutto il fiato che gli era rimasto nei polmoni cacciò fuori un urlo talmente forte da poter sentire la gola che si lacerava prima di morire sotto gli artigli e le zanne di quel mostro.
Fu allora che quel grido straziante si trasformò in uno strano rumore metallico e ripetitivo.
Luca aprì gli occhi di scatto. Il suono della sveglia riempiva la stanza. Lui era disteso nel suo letto, le mani stringevano con forza le lenzuola ed era sudato come non lo era mai stato in vita sua. Cercò di capire se fosse al sicuro e per prima cosa guardò l' ora. Erano le quattro del mattino. Davvero strano che la sveglia avesse suonato. Imprecò e fece un paio di respiri profondi per riprendersi, poi si girò in un fianco sperando di riprendere sonno.
Luca non riuscì più ad addormentarsi quella notte, di sicuro ciò che aveva vissuto era l' incubo più reale e spaventoso che avesse mai sognato.

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