Quando si parla di MVP della regular season nella NBA il dibattito è sempre se consegnarlo al giocatore più forte in assoluto, il migliore di quella stagione o quello che influenza maggiormente le performance della sua squadra. In base ai differenti anni il premio è stato assegnato a giocatori che facevano parte di una o di un’altra categoria, ottenendo come sempre consensi e critiche. Nelle ultime due stagioni il Most Valuable Player della Lega è stato LeBron James, il giocatore che probabilmente più racchiude tutte le categorie sopra descritte, e il più serio candidato a vincerlo anche quest’anno!
Potrà piacere o meno, potrà essere stato riabilitato dopo The Decision o no, fatto sta che LBJ dopo la prima stagione ai Miami Heat vissuta con tantissime difficoltà (tecniche e psicologiche), ha aumentato ancora i cavalli del suo motore, passando da giocatore incredibile ad arma totale. Nessuno nella Lega infatti può essere paragonato a lui (neanche nel passato): forza fisica e capacità di giocare dentro l’area pitturata impressionante, capacità atletiche fuori dal normale per uno con quel fisico, capacità di accellerare e proprietà in palleggio degne dei migliori playmaker. Canestri da dentro e fuori l’area, miglioramento ai tiri liberi, abilità di taglia-fuori a rimbalzo degna di un centro e visione di gioco alla Magic Johnson.
Tutto questo basterebbe per far capire quanto al momento James sia il miglior giocatore nella Lega, e non solamente perchè lo scorso anno si è portato a casa tutto quello che poteva (Titolo NBA, medaglia d’Oro Olimpica, MVP delle Finals e della Regular Season, Uomo dell’Anno per Sports Illustrated), ma perchè quest’anno sta trascinando i suoi Miami Heat al miglior record della Eastern Conference, con una serie di prestazioni mostruose (anche a livello di personalità).
L’aver raggiunto la 35esima tripla-doppia in carriera è solamente uno dei tantissimi traguardi che LBJ sta superando. Al momento viaggia a 27 punti, 8.1 rimbalzi (career-high), 7.1 assist, 1.7 recuperi, 2.9 palle perse (cifra più bassa in carriera), e tira con il 56.7% dal campo, il 41 da tre (entrambi massimo in carriera) e il 74.8% ai liberi.
Come detto l’arma totale! Dallo scorso anno, quando ha capito finalmente che per vincere doveva accettare di giocare in modo leggermente diverso da come aveva fatto per l’intera carriera ai Cavaliers (dove per la verità i compagni non erano proprio al livello di Wade e Bosh), andando molto più spesso vicino a canestro, attaccando velocemente e non negli ultimi secondi di un isolamento, che permetteva alla difesa di schierarsi pronta alla sua penetrazione, è veramente maturato.
Una maturazione arrivata a 28 anni, così com’era successo a Michael Jordan, anche lui in grado di cambiare atteggiamento e gioco nel corso della carriera per riuscire a vincere.
Si parla già della free-agency 2014 quando James potrebbe uscire dal contratto in essere con gli Heat e diventare di nuovo il free agent più ambito dell’intera Lega, con una suggestione di rivederlo in maglia Cleveland Cavaliers per trascinarli al loro primo titolo in coppia con Irving. La sola voce ha riacceso i tifosi della città sul lago che fino a qualche tempo fa bruciavano le sue magliette.
In Florida però si pensa al presente, si pensa alla possibilità di vincere un altro titolo, che con un LBJ così a livello MVP è tutt’altro che remota.