- segnalando arrossamenti della pelle che potrebbero indicare la presenza di lesioni al loro primo sviluppo (nei primi stadi);
- aiutando la persona a cambiare spesso posizione;
- stimolando l’assistito ad alimentarsi e a idratarsi nel modo adeguato.
Le lesioni da decubito sono ulcerazioni della cute che si formano in quelle parti del corpo soggette a pressione durante una lunga permanenza a letto o in posizione seduta. La pressione esercitata dal peso del corpo sul materasso o sulla sedia impedisce al sangue di ossigenare i tessuti, che quindi non riescono a ricevere le sostanze nutritive. La cute, andando in sofferenza, inizialmente appare arrossata e calda poi progressivamente va incontro a una vera e propria lesione, dapprima superficiale e poi via via sempre più profonda. Nei casi più gravi le lesioni da decubito possono coinvolgere anche i muscoli e le ossa sottostanti.
Chi assiste una persona immobilizzata deve segnalare subito al medico o all’infermiere la presenza di un arrossamento della cute o di aree che causano prurito o dolore alla persona malata. Nella fase iniziale (stadio I), infatti, la lesione si presenta semplicemente come un arrossamento che può dare prurito, far male oppure provocare una sensazione di dolore, gonfiore. Nelle persone di pelle scura la cute può avere sfumature bluastre o violacee. In questo stadio le lesioni sono superficiali e quindi è molto più semplice intervenire per guarirle. Nel II stadio si ha già la formazione della lesione: la cute presenta una vescica o una abrasione e il tessuto circostante è arrossato. Se si aggrava, la lesione va a interessare i tessuti sottocutanei (III stadio), creando una ferita che si presenta come una cavità profonda. Nello stadio più avanzato (IV stadio) la ferita interessa anche i tendini e le articolazioni.
La terapia delle lesioni da decubito richiede un approccio multidisciplinare. Da una parte occorre intervenire sulla lesione per detergerla e medicarla, dall’altra è necessario prendersi cura del benessere generale dell’assistito, alleviando la pressione che ha causato la lesione e assicurandosi che si alimenti nel modo adeguato. Per quanto riguarda la gestione della lesione occorre affidarsi alle indicazioni degli infermieri, che in funzione della gravità e delle condizioni cliniche generali stabiliranno un piano di trattamento personalizzato. Per ridurre la pressione sulla cute occorre aiutare la persona a variare spesso posizione: a tal fine può essere utile definire un vero e proprio piano di mobilizzazione. La persona allettata dovrebbe cambiare posizione almeno una volta ogni due ore, mentre chi è seduto sulla sedia a rotelle ogni 15 minuti. Se la persona non è in grado di cambiare posizione da sola si può ricorrere a materassi a pressione alternata. Per evitare che la lesione sfreghi sul materasso o sulla sedia e per proteggere le zone a rischio di nuove lesioni, si possono utilizzare sostegni come cuscini, imbottiture o materassi
Quale sia nel dettaglio l’alimentazione corretta per favorire la guarigione delle lesioni da decubito non è ancora del tutto chiaro. Si è visto però che nelle persone che assumono una adeguata quantità di proteine e di micronutrienti (vitamina A e zinco) la condizione della cute migliora. Le linee guida raccomandano di assumere una quantità di proteine pari a 1-1,5 g per chilo di peso corporeo. In termini pratici, devono essere presenti latte o yogurt a colazione, e un alimento ricco in proteine (uova, carne, pesce, legumi, formaggi) sia a pranzo sia a cena, anche sotto forma di piatto unico con pasta o riso.
Nella tabella qui sotto si riportano gli alimenti ricchi di proteine, vitamina C e di zinco.
Alimenti ad alto contenuto proteico
Alimenti ricchi di vitamina C
Alimenti ricchi di zinco
- carne
- pesce
- formaggio
- uova
- legumi
- arance
- kiwi
- fragole
- broccoli
- pomodori
- peperoni
- carne rossa
- cereali integrali
- latte
- uova
- verdura a foglia verde
- fagioli