L'ora è tarda per me, ma non resisto alla voglia di porporvi una chicca. Si tratta di Dn 9,26 tradotto e, fortunatamente, non commentato dall'edizione della Bibbia ebraica della Giuntina, casa editrice specializzata in cultura e spiritualità ebraiche, curata da Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e una delle massime autorità morali dell'ebraismo italiano (dunque non uno qualunque). Quando Di Segni arriva a Dn 9,26 s'imbatte in quer pasticciaccio brutto che non è quello di via Merulana di cui scriveva Carlo Emilio Gadda, ma quello del profeta Daniele che gli mette sotto il naso una profezia, quella della distruzione di Gerusalemme e del tempio da parte di Tito nel 70 d.C. "Che fare" si sarà chiesto Di Segni "qui se stiamo alle scritture si passa da assassini perchè nella profezia, la stessa, si dice espressamente che un unto senza colpa, che stabilirà una giustizia eterna, e dunque non può essere Onia III°, sarà ucciso e come fatti a venire quasi conseguenti si scrive che la città e il santuario saranno distrutti. Beh, un bel pasticciaccio non c'è che dire. Sai cosa facciamo, scriviamo che la città e il santuario distruggerà il popolo di un principe che verrà. Insomma invertiamo il soggetto con il complemento oggetto. Già sembra facile, il verbo però è distruggerà, è evidente che è una terza persona singolare per cui si riferisce a un unico soggetto e dunque è il popolo del condottiero che, appunto, distruggerà città e santuario, come del resto è accaduto. Siamo punto e a capo. Ma sì, che vuoi che sia, lasciamo due soggetti e mettiamoci un bel verbo alla terza person singolare, tanto ormai gliela hanno data già a bere ai coglioni che Daniele è un personaggio leggendario, per cui immagineranno che è da leggenda anche la sua analisi logica". Ecco all'incirca deve aver ragionato così per giungere a pubblicare un errore di grammatica da matita blu. Egregio Di Segni, guardi che nel 70 d.C. Gerusalemme e il suo santuario sono stati veramente distrutti da Tito, "principe di un popolo che verrà" come scrive Daniele. Non nè è una leggenda, nè un errore di analisi logica. Come la mettete, v'inventate un terremoto, delle termiti giganti, la scorreggia di un centurione di passaggio?
Cordialmente
Giovanni