Per la rubrica “lettere alla psicologa”, pubblichiamo oggi le prime due lettere pervenute a Fabiola Sacramati, psicologa e psicoterapeuta. Tutti i mercoledì saranno dedicati alle vostre lettere, alla cura dell’anima e del cuore.
Sono un’infermiera che lavora con devozione e coscienza. E’ da un po’ di tempo però che non riesco ad allontanarmi dalle dinamiche ospedaliere, ne vengo travolta e faccio fatica a non portarmi a casa i malumori lavorativi. Negli ultimi tempi la sanità sta attraversando dei momenti difficili, carenza di personale ed aumento degli ammalati ne fanno un’equazione non tanto equa.
E’ un carico di lavoro insostenibile. In poche parole, sono sempre nervosa, anche a casa, ho due bambini, cinque e sette anni, sono la mia vita, ma tutto sembra così difficile e pesante. Mi sembra d’essere in un circolo vizioso che non riesco ad interrompere. Lei può suggerirmi qualcosa?
Valentina
Lo stress: la malattia del secolo!Cara Valentina, tu sai cos'è lo stress? Non è troppo lavoro e troppo impegno, come spesso si crede. Chi lavora tanto, ma con soddisfazione, al massimo si ritrova stanco. Non stressato. Al contrario, molte persone che certo non si ammazzano di fatica sono fortemente stressate.
Lo stress è uno stato psicologico di frustrazione ed è la conseguenza di un impegno (anche solo mentale) percepito come eccessivo rispetto a ciò che si ottiene in termini di gratificazione. In parole più semplici, diventiamo stressati quando lavoriamo in condizioni che non ci piacciono e non ci danno soddisfazione.
Chiarito questo, cerco ora di darti qualche suggerimento pratico per affrontare al meglio la tua giornata lavorativa.Innanzi tutto, non dimenticare mai che tu sei una donna fortunata. Oltre ad avere due bellissimi bambini che adori e che ti riempiono la vita di gioia, fai un lavoro che ti piace e che hai scelto.
Certamente, la situazione della sanità ha conosciuto tempi migliori e oggi ti trovi a lavorare in condizioni che - se tu potessi - eviteresti. Ma non puoi! Stai vivendo una forma di impotenza di fronte ad una situazione che, oltre a non dipendere da te, è anche più grande di te. Questa impotenza la devi accettare, è uno stato di fatto e ti devi organizzare di conseguenza. Prendi la necessaria distanza emotiva da quelle che tu chiami “dinamiche ospedaliere” e non ti addossare responsabilità o problemi che non puoi risolvere.
Quindi, continua a fare il tuo lavoro al meglio delle tue possibilità, con le risorse che oggi hai a disposizione. Niente di più. Non ti guardare troppo intorno per compiangere tempi passati che ti appaiono migliori, non serve a niente!
Prima ancora dei pazienti che segui, il primo dovere che hai è nei confronti di te stessa. E se non sei in grado di salvaguardare la tua integrità emotiva e psicofisica, come puoi pensare di essere di aiuto agli altri?
Sorridi e…. buon lavoro!
Gentile Dott.ssa Fabiola,i miei colleghi di lavoro a volte mi sembrano amici affettuosi, altre volte invece mi sembrano i miei nemici più acerrimi. A cosa devo credere e a chi? Martina
Sai cosa pensavo mentre leggevo le tue righe? Sorridevo e pensavo che probabilmente i tuoi colleghi pensano le stesse cose di te!
I colleghi non ce li scegliamo, come facciamo con gli amici o con il partner. Quindi possono essere persone anche molto diverse da noi, dal nostro modo di vedere la vita, dai nostri valori e dalle nostre morali. Non possiamo pretendere che il colleghi siano esattamente come noi vorremmo che fossero.
Detto questo, onestamente non credo che i tuoi colleghi siano così perfidi come a volte li percepisci. Altrimenti dovrei credere anche che tu sia proprio sfortunata perché ti trovi a lavorare in un covo di vipere!
Probabilmente la situazione è molto più semplice: i tuoi colleghi a volte sono tranquilli, sereni, disponibili e tu li percepisci come persone gradevoli; a volte, sono in tensione, affaticati, inquietati e allora tirano fuori il peggio di loro stessi e tu li percepisci come nemici. Esattamente come loro – probabilmente – a volte percepiscono te.
Quindi, usa maggiore disponibilità e cerca di cogliere il bello delle persone, tutte hanno la loro parte solare! Impara ad essere inflessibile sul problema oggettivo da risolvere, ma tanto, tanto flessibile con le persone. E vedrai che tutto ti sembrerà più semplice.