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Lezioni morali (come avere più credibilità)

Creato il 25 gennaio 2011 da Gadilu

Dunque l’elasticità della Svp riguardo al mantenimento della posizione affermata lo scorso 14 dicembre – quando, grazie anche all’astensione dei deputati sudtirolesi, il governo riuscì a spuntarla e a evitare la crisi – si misurerà attraverso il voto di fiducia richiesto al Parlamento sull’operato del ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi. Da allora il dibattito politico è stato “arricchito” dal putiferio scoppiato intorno al premier in seguito alle nuove inchieste della procura di Milano sui suoi possibili reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile (il cosiddetto “caso Ruby”). Un dibattito peraltro non limitato ai fatti più recenti, ma che ha riportato rumorosamente al centro dell’attenzione tutti i temi storicamente più controversi della lunga “era berlusconiana”: conflitto tra i poteri dello Stato, cancellazione del confine tra sfera pubblica e privata, ruolo dell’informazione e influenza dei media, questione morale.

Tornando alla Svp, potremmo chiederci a questo proposito perché sia proprio l’eventuale sfiducia nei confronti di Sandro Bondi a risolvere l’indecisione tra un giudizio negativo espresso sulla condotta libertina del premier e quello invece più sfumato (se non addirittura positivo) concernente l’operato generale del governo e il rapporto, definito “costruttivo”, con i ministri Fitto e Calderoli. Michaela Biancofiore – intervistata domenica dal Corriere dell’Alto Adige – ha già messo le mani avanti parlando della solita strategia per “alzare il prezzo”. Ma davvero la polemica sui fondi destinati al restauro del Monumento alla Vittoria – cioè quello che i politici della Svp farebbero adesso pesare contro Bondi e indirettamente contro Berlusconi – sarebbe soltanto l’ennesima operazione strumentale compiuta da chi non avrebbe il diritto d’impartire “lezioni morali”?

Prima di dare una risposta su questo punto, riterrei più opportuno e soprattutto più serio che ci facessimo altre domande. Cosa sarebbe successo e succederebbe se, molto banalmente, anziché fornire continui spunti di riprovazione e maldicenza, l’Italia potesse contare su un capo del governo meno ingombrante e comunque non così ricattabile a causa della sua condotta privata? Cosa sarebbe successo e succederebbe se, sempre molto banalmente, la politica locale avesse trovato una soluzione coraggiosa all’annoso problema della storicizzazione dei reperti – dei quali il Monumento alla Vittoria rappresenta solo il più celebre e vistoso – ereditati dal fascismo? Impedire che siano gli altri a darci lezioni morali risulterebbe magari molto più facile se qualche volta i nostri comportamenti e le nostre scelte ne scongiurassero in anticipo l’eventualità.

Corriere dell’Alto Adige, 25 gennaio 2011



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