Accolta dal tribunale della libertà l’istanza degli avvocati Gianluca Tognozzi e Giosuè Naso, difensoril'ex presidente di Confcommercio Roma: torna in libertà Cesare Pambianchi, attualmente sotto processo nell'ambito dell'inchiesta su una presunta maxi evasione fiscale da 600 milioni di euro.
Secondo i magistrati non sussistono più le esigenze per il mantenimento di Pambianchi, dal 16 settembre scorso ai domiciliari, in stato di detenzione.
La vicenda giudiziaria nella quale l'ex presidente di Confocommercio è coinvolto, tra l'altro con l'ex collega commercialista Carlo Mazzieri, è quella dell'illecito trasferimento all'estero di società in stato prefallimentare.
Pambianchi fu arrestato, insieme con altre 40 persone, il 14 giugno dello scorso anno. I pm Francesca Loy e Francesco Ciardi contestano, a seconda delle posizioni, i reati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, appropriazione indebita e reati tributari.
Il processo è già in corso. La prossima udienza il 6 marzo prossimo.
Confindustria Rimini, invece, rinnova la «completa fiducia» a Manlio Maggioli, «che in questi anni con il suo lavoro di privato imprenditore e alla guida della Camera di Commercio di Rimini ha contribuito a creare ricchezza e valore per tutto il territorio». Lo afferma il presidente di Confindustria Rimini, Maurizio Focchi, aggiungendo che «il mancato intervento sulla vicenda che in questi giorni ha coinvolto suo malgrado Maggioli non è assolutamente dovuto ad 'imbarazzò, ma dalla volontà di non commentare una questione inconsistente: in termini generali per mancanza di motivazioni e in termini particolari per l'inesistenza di argomentazioni sulla valutazione etica.
Lo Scudo Fiscale è una legge dello Stato italiano e la sua applicazione è sinonimo di legalità». Negli ultimi giorni ha scatenato polemiche a Rimini la notizia che Maggioli ha «ripulitò due milioni di euro da San Marino, fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale per poi ridepositarli sul Titano, come emerso dall'inchiesta della Procura di Forlì sul Credito di Romagna. Maggioli, che della banca è stato presidente, è tra gli indagati. Focchi afferma di essere rimasto »esterrefatto ed amareggiato« nell' apprendere, dalla lettura della stampa, »come mi sia stato attribuito uno stato d'animo che non corrisponde al vero
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