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Libri, cattedrali e cereali della prima colazione

Creato il 06 febbraio 2012 da Ilpescatorediperle
Da un po' di tempo butto più di un occhio ad un sito internet piuttosto interessante, la cui conoscenza devo alla lettura di un altro sito interessante, il blog di Matteo Bordone. Si tratta di brain pickings.Il sito è una sorta di mare nel cassetto, pieno di piccole cose rare - in genere ci avverte dell'esistenza di libri curiosi su temi curiosi, dribblando al contempo il pericolo molto contemporaneo del " che carino", come il suo gemello cattivo, il "che figata". Recentemente sono usciti una serie di articoli che riguardano in un modo o in un altro la lettura, dall'ennesima classifica dei migliori romanzi secondo i (migliori?) scrittori alle biblioteche degli scrittori
Ora, gli scrittori che fanno classifiche in genere sono molto parziali. La lista in questione è tra le più sospette: non è molto credibile che l'80 % dei migliori romanzieri del Ventesimo Secolo siano anglofoni e che fosse impossibile non mettere due volte Nabokov e Joyce dovendo scegliere solo 10 libri. Ma questo accade con le liste e con le mappe: conta molto di più quel che non compare. Inutile che faccia la mia, di lista. Una persona molto intelligente mi ha detto che le mie sono "letture di una ragazza di provincia" - e immagino che non pensasse a Jo March.
Per quanto riguarda il libro sulle biblioteche degli scrittori, mi fa pensare ad un fulminante articolo di uno che di biblioteche se ne intende parecchio, Umberto Eco (ma cercate "eco+biblioteca" su Google, vi darà accesso al mondo delle librerie in legno riciclato - i tempi...). Lo scrittore che fa fotografare la sua biblioteca è un gradino sopra i politici che per darsi un tono fanno l'intervista con la scaffalatura di tomi (da quel che dicono si supporrebbe intonsi) sullo sfondo. È una delle tante forme dell'Umbertoveronesismo: il grande luminare che si è ormai acconciato al monumento di se stesso, a farsi fotografare con la numerosa prole (familisticamente sistemata in ogni settore della società italiana) per farsi dire dal giornalista quanto è stato bravo, e perché non gli danno il Nobel, una buona volta.Ma torniamo all'articolo. Uno degli scrittori interessati dalla pubblicazione, Rebecca Goldstein, afferma:
Kant tells us that a person can never be used as a means to an end, but must be viewed as an end in itself. This is one of the formulations of his famous categorical imperative. Well, that pretty much summarizes my attitude toward books. I would never use a book as a coaster or to prop up something else, any more than I’d use a person toward that end.” ~ Rebecca Goldstein
Il libro come fine in sé e non come mezzo mi pare un buon incipit per una discussione sul problema molto italiano della lettura della non lettura, per così dire: come pensare il fatto che in questo paese si legge poco? Come armarsi perché si legga di più (e se permettete, meglio)?Il legislatore si è poco interessato alla questione. Forse c'entra il fatto che l'attuale legislatore rappresenti più un manifesto delle meravigliose ascese sociali permesse dalla non lettura che non il contrario. Siamo passati dalla Costituzione dei "professorini" (cioè Moro e compagnia, mica Michel Martone) alle Leggi Costituzionali di Umberto Bossi, arrivando all'infamante accusa rivolta a Mario Monti, quella di essere un "professore". Quando il legislatore si è interessato ai libri, come ci ricorda la recente legge Levi, lo ha fatto per regolamentare (cioè limitare) la possibilità di praticare sconti. Non ho nessuna intenzione di discutere la questione. Dico solo che provvedimenti del genere, rispetto al problema della non lettura, sono un po' come chiudere la stalla quando sono già usciti i buoi.Come leggere la non lettura? Il problema della non lettura degli italiani è innanzitutto il problema del problema. Ovvero: siamo davvero convinti che sia un problema, o abbiamo solo una sorta di strisciante senso di colpa verso la questione? Interessa davvero a qualcuno il fatto che in questo paese si legga poco? Saranno gli sconti a risolvere il problema? Sarà la limitazione degli sconti a salvare le piccole librerie di cui tutti parlano con i lucciconi agli occhi?Qualcuno ci ha insegnato che la vera indigenza e non rendersi nemmeno conto che ci sia indigenza. Una delle argomentazioni più usate per esortare alla lettura ne è l'indicatore: si compone una lista di motivi per i quali bisognerebbe leggere che derubricano la lettura a mezzo per. La campionessa indiscussa nel torneo delle argomentazioni pro lettura è "perché apre la mente", che è quello che si dice anche per il latino, i viaggi, e Geo&Geo. L'argomento della mente aperta è l'argomento base per chiunque ragioni sul senso delle humanities al tempo della loro indigenza. La questione della lettura diventa quindi fondamentale. La tesi della mente aperta ha ovviamente un suo perché (in modo molto meno banale la troviamo espressa nell'impegnativa definizione dello statuto delle humanities proposta dalla filosofa Gayatri Chakravorty Spivak: "ri-orientare in modo non coercitivo i desideri insegnando a leggere"). Tuttavia, nel dibattito medio, tale argomentazione non tiene, anche perché spesso, a sostenerla, è gente che la mente aperta non ce l'ha. Ciò che mi inquieta di questo modo di impostare il dibattito è che sembra di leggere quelle fantastiche descrizioni sul "perché è importante fare la prima colazione" che troviamo sul retro delle scatole di cereali. Leggere è come mangiare gli Special K? O meglio: il cervello ha bisogno di All brain?A mio modo di vedere le due persone che in Italia, oltre al sopraccitato Eco, hanno capito di più il problema e forse le possibili soluzioni sono altri due piemontesi che la pensano in modo del tutto opposto: Alessandro Baricco (vi assicuro che è l'unico terreno su cui mai mi leggerete assumere un atteggiamento positivo verso di lui) e Paola Mastrocola. Ascoltateli, qui.Che ne è della lettura al tempo di Internet? Ormai solo un Kindle ci può salvare?Che ne è della scuola, in tutto questo? Ci dobbiamo rassegnare all'Educazione stradale?Io per me, racconto una piccola storia, che forse c'entra con la lettura. Me l'ha insegnata una grande lettrice, con cui del resto non parlo da più di un anno.Tre uomini accaldati lavorano in un cantiere. Un passante si ferma e chiede loro che cosa stiano facendo.- Spacco pietre - risponde il primo.- Mi guadagno da vivere - afferma il secondo.Il terzo dice:- Sono un costruttore di cattedrali.
Libri, cattedrali e cereali della prima colazioneda TEMPI FRU FRU http://www.tempifrufru.blogspot.com

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