Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo 24 ore di invettive di Berlusconi contro la magistratura, ha inviato al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti una lettera, resa nota dall’Ufficio Stampa del Quirinale. Questo l’argomento trattato nel corso del programma Ottoemezzo su La7 proprio con Vietti, che liquida l’idea avanzata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di una commissione parlamentare d’inchiesta sul comportamento dei magistrati come: “Ipotesi dai tratti un po’ fantasiosi”.
Il 9 maggio si celebrerà al Quirinale il “Giorno della memoria” delle vittime del terrorismo e delle stragi. Nelle parole di Napolitano si fa riferimento proprio ai magistrati :“Quest’anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche”. “La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all’ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta Associazione dalla parte della democrazia, per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle Br, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’ amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti”.
La posizione del presidente Napolitano è chiara e si collega ai meschini attacchi ai magistrati che Berlusconi in una sorta di fermento politico ed elettorale, ha messo in scena al Teatro Nuovo di Milano dove era in corso la manifestazione in sostegno alla candidatura di Letizia Moratti per le elezioni comunali. Quella delineata dalle parole del premier è una macchinazione enorme che ha come unico scopo quello di spodestare lui dal governo della nazione. E come afferma Vietti se ”si possono comprendere dal punto di vista personale”, non ”sono giustificabili da un punto di vista istituzionale” e ”ciascuno più è in alto nelle responsabilità istituzionale più deve farsi carico di questo senso di responsabilità”.Berlusconi dovrebbe rinunciare a questa escalation contro la magistratura perché, non solo è controproducente per sé stesso, è provato infatti che le operazioni di delegittimazione dei custodi delle regole fanno scattare l’effetto boomerang ma, che in un Paese che non brilla per rispetto delle regole ( i casi di corruzione sono aumentati del 30%) sia proprio un suo rappresentante a utilizzare certi termini “La magistratura è in campo per cambiare il voto italiano, e questo in termini crudi si chiama eversione” è veramente inaccettabile. Come ricorda Vietti, con un riferimento implicito al premier: “Chi lamenta spesso che i pm inseguano teoremi accusatori, farebbe poi bene ad evitare di cimentarsi sullo stesso terreno; soprattutto, spiega, perché in politica non c’e’ un tribunale che possa valutare se il teorema accusatorio sia fondato o meno”.
Se si minano le basi mettendo in dubbio che si possa vivere nella legalità e nella giustizia proprio grazie al lavoro dei magistrati che hanno come obiettivo la tutela della giustizia dei cittadini si rischia di alimentare una sfiducia virulenta molto pericolosa. La situazione è talmente tesa che creare pregiudizi contro i magistrati che rappresentano la garanzia che in questo paese si possa vivere in una collettività protetti da un generale senso di rispetto delle regole è demoralizzante. Se mettiamo in
dubbio questo finiamo per mettere in dubbio il fondamento stesso del nostro stare insieme, rasentando profili di de-costituzionalità e rischiando il corto circuito.Speriamo che il tono determinato e accorato dell’intervento di Napolitano, faccia riflettere tutti.