Lo storico intervento di Matteo Renzi a San Rossore
Come Kennedy infiammò con un discorso una Berlino divisa nel 1963, così Renzi ha incitato gli scout al raduno nazionale di San Rossore! Segni dei tempi, dallo storico “Ich bin ein berliner” al triste “Ich bin ein pfadfinder” ne è passata di acqua sotto i ponti e ognuno pronuncia i discorsi che può.
Renzi ci prova, con tutto se stesso, ma lo svecchiato testimonial della casta ha ben poco da mettere in mostra e lavora con quel che passa la sua materia grigia in logorroica agonia.
Ma anche qui dobbiamo essere onesti e amanti della verità affermando che il lupetto dei lupetti ha detto cose sacrosante. Infatti ha dichiarato di non essere “ostaggio di Berlusconi”. Come dargli torto? Se la memoria non ci inganna l’eroico “niño explorador” si concesse di sua sponte al cavalier aberrante, fu lui a cercarlo e a dargli perniciosa udienza al Nazareno. Non solo, dunque, Matteo si mostrò consenziente ma addirittura attirò con ammiccanti provocazioni il geronte a un passo dal baratro (che peccato, veramente bastava tanto così e non avremmo più sentito parlare di Silvio, ma l’amore, come scrive lo stesso Berlusconi nel suo best seller, vince su tutto, anche sulla decenza. Sono queste le cose che lasciano l’amaro in bocca).
Addirittura Delrio narra che alcune venature dei marmi delle scalinate de Nazareno hanno preso la forma di Renzi e Berlusconi che si baciano alla francese, però dovremo aspettare fino al 2018 affinché si palesi l’intero kamasutra sulla rampa.
Il presidente del consiglio non è ostaggio di Berlusconi, per niente! La loro relazione sarà anche di stampo sadomaso, e chi indossa le manette a letto con una palla da golf in bocca è sempre Matteo, ma a scanso di equivoci dobbiamo dire che a loro piace proprio così. E poi a Silvio bastano un frustino e una toga per urlare “Cribbio ne vuoi ancora Ilda? Ne vuoi ancora Ilda?”.
Che Berlusconi sia fondamentale per le riforme è solo un accidente dettato dalla fregola – come è accaduto nella disgraziata votazione per l’incostituzionale riforma del Senato – non certo una costrizione, e Matteo non ha avuto peli sulla lingua nel gridare questo amore ai quattro venti ai giovani scout di San Rossore, ignari testimoni di una passione senza limiti e confini, senza ipocrisie o limitazioni di qualsivoglia sorta.
Certo, rode un po’ pensare che un anzianotto, condannato ai servizi sociali per frode fiscale mentre era al capo del governo, possa mettere veti o dare il via alle riforme del paese ma, superata la soglia della vergogna, ora è davvero difficile stabilire se la colpa è davvero sua o del giovanotto ex rottamatore che glielo ha allegramente permesso. Una vera e propria associazione a “sdilinquire”
Dunque è inutile piangere sul catetere versato, per togliersi il dente una volta per tutte basta far passare il più possibile in sordina questo abominio sui media: se una notizia non ha eco non è avvenuta, se un evento non ha voce non esiste, non è mai esistito, è così che funziona ormai.
Ma anche nel caso dei media dobbiamo spezzare una lancia a favore del funambolico Matteo. Al lupacchiotto è permesso di tutto, anche ciò che veniva negato al suo amato mentore lui lo può dire. Se, ad esempio, Draghi lo bacchetta sull’inconsistenza delle riforme e sull’eccessivo peso fiscale, Renzi può, nel giro di due giorni, permettersi di ciarlare tutto e il contrario di tutto senza che nessuno si prenda il disturbo di contraddirlo. Il venerdì afferma con una faccia tosta come il marmo che è d’accordissimo con Draghi, ma la domenica dichiara al Financial Times che l’elemosina elettorale degli 80 euro ha risolto tutti i problemi, che le riforme partorite dopo l’accoppiamento senza precauzioni con Silvio sono perfette, che solo lui può farle e che l’Europa non deve metterci bocca!
Al di là delle palesi, quanto ridicole, contraddizioni, Renzi andrebbe aspramente criticato già solo per aver incautamente dichiarato che “solo lui” farà le riforme, casomai ricordandogli le basi del diritto, e cioè che in un paese democratico quello “esecutivo” è solo uno dei poteri, che le leggi le fa il parlamento tramite le regole dettate dalla costituzione, non certo il primo sciroccato megalomane convinto di essere il salvatore della patria senza neanche esser stato eletto (anche se nel nostro caso si tratterebbe del secondo sciroccato).
Ma come abbiamo già detto il nostro presidente del consiglio può sparare qualsiasi minchiata, anche perché questo è il suo compito, lui deve andare in giro e parlare, parlare e parlare ancora, parlare senza sosta mentre altri soggetti – meno ciarlieri e ben più pericolosi – metteranno definitivamente in ginocchio la vita democratica di questo paese.
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fonte foto: Ecce Satira
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