Questo pomeriggio, seguendo su Rai 3 la trasmissione “In mezz’ora”, avente come oggetto un’intervista di Lucia Annunziata a Matteo Renzi, ho sentito il giovane “rottamatore” che diceva, nel riferire alla giornalista alcuni commenti a proposito dell’esito delle primarie del centrosinistra, queste parole: “ah, se avessi vinto te“.
Al di là del contenuto di questa frase (alcuni avrebbero detto che se a vincere quelle primarie fosse stato Renzi anziché Bersani le cose poi sarebbero andate in modo diverso) ho notato la forma utilizzata dal sindaco di Firenze.
Ho notato, nel modo di esprimersi di questo giovane rappresentante delle istituzioni, quello stesso modo che, sempre più spesso, sento utilizzato in giro, nelle più diverse situazioni.
Frasi come: ”io prendo una birra, cosa prendi te?”, oppure: “io vado al mare, te cosa fai?” sono ormai entrate a far parte del linguaggio di tante persone, giovani e no.
Ma che cos’è che fa parlare tante persone in un modo così ridicolo?
Forse il motivo che sta alla base di questo modo “libero” di parlare non ha a che fare soltanto con la grammatica, forse dietro c’è anche un’idea forte, ben piantata nella testa di tante persone, l’idea secondo la quale nella vita ci si può comportare come si crede, si può fare quello che si vuole, l’idea secondo la quale è “giusto” rifiutare qualsiasi legge, qualsiasi regola, qualsiasi norma, tutte cose che vengono evidentemente vissute come qualcosa che imbriglia, che imprigiona, la naturale “libertà” dell’individuo.