VERSIONE UFFICIALE
E’ una versione di comodo per ridurre tutto a una lite fra gay. Non ci crede nemmeno il giudice che ha pronunciato la sentenza. Si è finto di credere che il ragazzo di vita Pino Pelosi detto Pino la Rana, indignato per avere ricevuto delle proposte sessuali da Pierpaolo Pasolini, abbia veramente ucciso il 2 novembre 1975 lo scrittore e cineasta sulla spiaggia di Ostia con un putrido bastone che in realtà si sarebbe sbriciolato alla prima botta. Questa versione faceva comodo al regime che in un colpo solo risolveva il mistero dell’assassinio e squalificava un personaggio scomodo, riducendolo a un vizioso frequentatore di prostituti minorenni.
SECONDA VERSIONE DI PELOSI
Dopo avere scontato la sua pena, nel 2005 Pino Pelosi cambia versione, costringendo il tribunale romano a riaprire l’inchiesta. Intervistato da RAI3, il buon Pino giura che non ha mai ucciso Pasolini e accusa dei “siciliani” di cui si guarda bene dal fare i nomi. I siciliani avrebbero picchiato Pasolini sotto i suoi occhi. Perché non lo ha detto prima? Perché aveva paura di rappresaglie. “Adesso tutti sono morti e finalmente posso parlare”, dichiara in un’intervista al Nouvel Observateur. “Lo hanno battuto a morte. Erano cinque e picchiavano come dannati gridando ‘sporco frocio, sporco comunista.’ Io non l’ho nemmeno toccato. Anzi, volevo difenderlo. Per questo mi hanno immobilizzato.” In effetti altri testimoni confermano che sulla spiaggia c’erano molte persone. Secondo il produttore Enrico Marussic, Pasolini è stato ucciso per vendetta dalla mafia italo-americana che aveva rubato alcuni film del cineasta e reclamava un miliardo per restituirli. Pasolini avrebbe rifiutato di cedere al ricatto.
VERSIONE DI DELL’UTRI
Il 2 marzo 2010 il senatore bibliofilo Marcello Dell’Utri, amico per la pelle di Silvio Brlusconi, dichiara ai media che un uomo lo ha contattato per vendere un capitolo di “Petrolio” il libro incompiuto di Pasolini pubblicato dopo la sua morte. Questo capitolo, rubato al regista di “Mamma Roma”, conterrebbe delle rivelazioni sulla misteriosa morte di Enrico Mattei, l’antico presidente della società petrolifera ENI (Ente Nazionale Idrocarburi). Per scrivere “Petrolio” Pasolini aveva indagato a lungo sui rapporti fra il potere e la mafia. Un’attività non molto salubre, visto che prima di lui era stato liquidato anche il giornalista Mauro Di Mauro, che pure indagava sulla morte di Mattei. Dopo avere promesso di presentare lo scottante capitolo alla Fiera di Milano, il senatore dichiara che l’uomo è sparito con il capitolo e tutto. Intervistato dal Nouvel Observateur, dichiara: “ La persona che mi aveva promesso il manoscritto è sparita. Eppure lo avevo visto: una sessantina di pagine battute a macchina con correzioni fatte a mano. E non riesco più a trovare questo signore nemmeno per telefono…”
SE FOSSE VERO, trentacinque anni dopo la scoperta del corpo mutilato, questa storia rilancerebbe non soltanto gli interrogativi sulla morte di Pasolini, ma anche su quella di Mattei.
Dragor
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