Beni per un valore di 2,6 milioni di euro sono stati sequestrati e confiscati dalla Guardia di Finanza di Palermo, in esecuzione di provvedimenti emessi dalle Sezioni Misure di Prevenzione dei Tribunali di Palermo e Trapani sulla base delle risultanze delle investigazioni economico e patrimoniali svolte dai finanzieri del Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo siciliano.
Colpiti dai provvedimenti, un uomo d'onore della famiglia mafiosa di Porta Nuova, morto a gennaio mentre si trovava agli arresti domiciliari. L'uomo, condannato in via definitiva nel 1992 per associazione mafiosa, era un esponente della componente «storica» di «Cosa nostra», specializzato nel traffico degli stupefacenti e nella raffinazione dell'eroina, alleato del boss don Tano Badalamenti.
Negli ultimi anni, pur essendo vecchio e malato, era ancora considerato un punto di riferimento per i giovani e meno giovani «capimafia». A suo carico sono stati confiscati diverse disponibilità bancarie, nonchè due immobili ed un terreno ubicati nel quartiere Pagliarelli di Palermo, ritenuti il frutto della sua attività criminale; il tutto per un valore complessivo di 530 mila euro circa.
Interessato invece da un provvedimento di sequestro beni per un valore di circa 2,1 milioni di euro, un narcotrafficante salemese di 64 anni, coinvolto nell'operazione di polizia denominata «Igres» che ha riguardato un'organizzazione formata da elementi delle 'ndrine della Locride e delle famiglie di «Cosa nostra» del Trapanese che, sull'asse Platì - Mazara del Vallo, gestiva un colossale traffico di cocaina importata dalla Colombia e dal Venezuela.
Per questi fatti, nel 2005 è stato condannato a 12 anni di reclusione.
A suo carico sono stati sequestrati 5 fabbricati e 10 terreni in Salemi, oltre a diverse disponibilità finanziarie; un patrimonio ritenuto dagli inquirenti accumulato grazie all'impiego dei proventi del traffico di stupefacenti
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