Passaggio a nord ovest condotto da Alberto Angela ci offre una puntata che da una parte scopre il fascino della storia attraverso aspetti poco noti e dall’altra invita alla riflessione sui comportamenti umani. In una frazione di secondo due città vengono distrutte e decine e decine di persone svaniscono. Un deserto ardente, muto, una distesa di morti: Hiroshima e Nagasaki. La determinazione degli Stati Uniti di far ricorso alle bombe nucleari per sconfiggere il Giappone era necessaria per scongiurare l’aggressione della Russia. Fare uso di “armi psicologiche” doveva rendere evidente a tutti la supremazia americana. Quel bagliore immenso era il frutto di anni di studi scientifici segreti, di tentativi, di un programma di ricerca americano che portò alla realizzazione dell’ordigno nucleare. L’idea di impiegare nuove bombe era un chiaro messaggio di forza, gli Usa erano pronti a tutto pur di annientare il nemico e porre fine al conflitto.
La missione sarà portata a termine da “Little Boy” e “Fat man”, così gli americani chiamarono i due ordigni che partirono all’alba e che sganciati crearono danni colossali. Un lampo accecante e decine e decine di migliaia di persone cessarono di vivere per colpa della forza d’urto dell’esplosione, dal fuoco divampato a causa del forte calore e poi

Il silenzio fu rotto da un tuono assordante che colpì tutti e tutto, anche la materia, deformandola e fondendola in oggetti contorti, misti ad ossa umane. Tutto carbonizzato, tutto fermo in un lampo. Tre giorni dopo il bombardamento di Hiroshima, un’altra testata nucleare veniva sganciata sul Giappone: cinque tonnellate di plutonio. La catastrofe umanitaria giace sepolta nelle coscienze di quegli uomini che condannarono a morte centinaia di persone. Con il lancio della bomba atomica su Hiroshima e su Nagasaki, il mondo moderno entrò nell’Era nucleare, consegnando alla saggezza collettiva degli uomini il controllo dei suoi effetti.
E si andò avanti, i cittadini iniziarono ad impegnarsi nella ricostruzione della loro vita affrontando coraggiosamente ogni difficoltà incontrata nel gran disordine dovuto al periodo di confusione dopo il bombardamento, la resa del Giappone e l’occupazione da parte dei soldati stranier

L’uomo deve piegarsi all’idea che la violenza non è una forma di soluzione. Questi eventi costituiscono una memoria scomoda perché a sganciarle sono stati quelli che, in una diffusa concezione della storia, sono i “buoni” e anche se la ricorrenza di una tra
E proprio perché la memoria è fatta di simboli, sarebbe giusto restituirli anche a questa tragedia, e dedicarle magari un giorno in cui ricordarla. Ci aiuterebbe a impedire che si perdano nel tempo le impronte di Little Boy e Fat Man.


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