Al termine del contenitore di infotainment pomeridiano di Rai 1, La vita in diretta condotta da Marco Liorni un tema scottante e di estrema attualità: lo stalking , come riconoscerlo, prevenirlo, gestirlo. Per quanto riguarda la tipologia di maltrattamenti che le donne hanno denunciato si può parlare di percosse, di violenza psicologica (minacce e ricatti), di violenza economica (ricatti sulla base dei soldi, “tagli di fondi” immotivati), di violenza sessuale e di maltrattamenti che coinvolgono in modo diretto anche i figli. In molte situazioni, si deduce dai dati, c’è una compresenza di diverse forme di violenza.
Le vittime subiscono forti pressioni psicologiche giocate sui sensi di colpa e vengono condannate
paradossalmente dalla famiglia e dalla società. L’ordinamento italiano ha accolto il reato di stalking tre anni fa, decretando, di fatto un grande passo avanti del nostro paese in materia di diritti civili. All’entusiasmo e ai buoni propositi, tuttavia, non ha fatto seguito l’altrettanto sperata efficacia della legge 612-bis. Una legge che avrebbe dovuto tutelare ulteriormente tutte le persone vittime di una forma di violenza molto subdola ed in particolare le donne. Di fatto si è rivelata una sconfitta. Secondo recenti indagini, uno stalker su tre, dopo la denuncia (e talvolta dopo la condanna) continua imperterrito a perseguitare la vittima. Se la legge prevedesse la possibilità per lo stalker di prendere parte ad un percorso di risocializzazione, l’altissima recidiva del reato potrebbe diminuire drasticamente. Percorsi di psicoterapia mirati ad una presa di coscienza del problema e all’elaborazione di dolorosi vissuti personali non superati con un supporto specializzato coordinato da esperti.La dinamica dello stalking, ha un altissimo rischio di recidiva e di passaggio all’atto grave senza manifestazioni intermedie, spesso si passa dalla violenza psicologica agli atti persecutori, di solito dopo una separazione o rifiuto, fino ad omicidi, stragi e suicidi.
Purtroppo sono realtà che interessano tutte le relazioni interpersonali, la famiglia, la casa, la scuola, il lavoro e la coppia. Bisogna insistere sull’assistenza, rompere il senso di impotenza e solitudine in cui vengono relegate le vittime. Chiedere aiuto ai centri antiviolenza è determinante perché forniscono il supporto psicologico e legale a titolo completamente gratuito, grazie al lavoro volontario di professionisti.
E’ risaputo che il crimine si adatti alle situazioni sociali più rapidamente della giustizia, e l’aleatoria politica in tema di privacy di alcuni social network favorisce inconsapevolmente la proliferazione di un altro orrendo crimine: lo stalking per mezzo della rete internet, denominato anche cyber-stalking. Incontri che nascono in rete e si dimostrano pericolosi. Il popolare Facebook, ha collezionato una lunga serie di “presenze” nelle vicende di stalking, compresi casi finiti in tragedia. I social network sono una fonte di incontri tra conosciuti, persone che si mostrano ben integrate nella società, insospettabili, ben inserite, hanno un lavoro, sono subdoli. Non è raro leggere di ex partner pieni di risentimento che creano profili con le generalità della vittima per diffamarla, diffondere fotografie scattate nell’intimità o confondere gli amici della stessa al fine di ottenere informazioni riservate. Prevenire, piuttosto che “curare il crimine”, sarebbe anche in questo caso un grande passo avanti per rendere i social network un reale centro d’aggregazione e di comunicazione e non una grande difficoltà per chi vuole tutelare la propria identità o vuole cercare amicizie. Vite spezzate e storie di donne che chiedono giustizia. E’ tempo di informazione. L’obiettivo del dibattito televisivo ha voluto informare le vittime che possono ricevere aiuto ma al contempo ha cercato di sensibilizzare forze dell’ordine, politica e psicologi sul delicato tema dello stalking e della violenza psicologica, partendo da una prospettiva capovolta: lavorare sull’autore per affrontare adeguatamente questo allarme sociale.