Anche senza conoscerla di persona, Caterina sembra tutto tranne che incurante della salute degli animali. Vegetariana dichiarata, frequenta l'università di veterinaria. Solo, riconosce una semplice verità: senza i farmaci sviluppati anche grazie alla sperimentazione animale, lei sarebbe morta.
Malata di quattro malattie rare (immunodeficienza primaria, deficit di proteina C e proteina S, deficit di alfa 1-antitripsina e neuropatia dei nervi frenici) ha un bisogno assoluto di un ventilatore polmonare per sedici-ventidue ore al giorno per poter respirare. Oltre a ciò, necessita di numerosi farmaci per preservarsi sufficientemente in salute da studiare e continare con la sua vita.
Conscia di questo, Caterina aderisce ad un'operazione via web a sostegno della senatrice Elena Cattaneo, presa di mira per le sue affermazioni (vere o presunte) contrarie a determinati estremismi anti-SA. La ragazza, quindi, si fotografa con in mano un foglio, sul quale dichiara il suo stato di salute, il perchè sia favorevole a tale ricerca ed il suo sostegno alla senatrice. Dopodichè, diffonde la foto sul web.Quello che non si sarebbe mai aspettata (che nessuno dotato di un minimo di sensibilità si sarebbe mai aspettato) è di venire presa di mira a sua volta per questo.
" Era meglio se morivi...così avremmo salvato altre vite animali", "Ma vaf......o GLI ANIMALI NON SI TOCCANO! Meglio un animale vivo e 10 uomini morti! Schifo", [...] Caterina dovrebbe vergognarsi di vivere "grazie" alla morte di altri esseri viventi. Schifosa", "Ma che muoia sta cogli...a " sono alcune delle perle che i commentatori di facebook, protetti dallo schermo del loro pc, hanno saputo produrre.
Ma la ragazza non ci sta. È ferita, soffre, per una simile ed ingiustificata violenza gratuita, ma decide di andare fino in fondo. Raccoglie il materiale diffamatorio e lo inoltra alla polizia postale. Poi, decide di fare un video, diviso in due parti, in cui spiega dettagliatamente la sua condizione, il motivo del suo sostegno alla ricerca e le sue reazioni ad una simile ferocia.
"La cosa buffa" commenta nel video mentre mostra un medicinale che è costretta aa assumere "è che l'antibiotico che usiamo molti di noi, oltre ad essere stato testato sugli animali, viene consigliat o ai gatti, ai cani, ai furetti, ai ratti e ai rettili che hanno problemi respiratori".
Quello di Caterina potrebbe parere un caso estremo, ma è sintomatico di una situazione di intolleranza che si sta venendo a creare in Italia nei confronti della sperimentazione sugli animali e la ricerca in generale.Se, da una parte, è legittimo lottare per garantire il benessere delle altre creature, non è dimenticando la nostra umanità, in nome di una presunta, quanto inesistente, "etica", che si raggiungono risultati.




