Mamma di pancia, mamma di cuore
- Qual è il viaggio più emozionante che auguri a tua figlia?
Auguro a Giulia di capire al più presto che la vita è evoluzione, apertura e fonte di continua meraviglia, che niente è definitivo e senza rimedio, che tutto ciò che succede è fonte di crescita.
Di queste cose si diventa consapevoli tardi, di solito.
(Silvia)
Mamma, e io come sono nata?
A questa domanda, in un mondo ideale, tutti dovremmo poter rispondere ‘dal cuore’. Ma sappiamo che non sempre è così. Non sempre poi i bambini nati dal cuore possono restare con la mamma che li ha anche messi al mondo, la mamma di pancia, e allora ecco che per questi bambini, anzi per i più fortunati, arrivano una seconda mamma e un secondo papà, i genitori del cuore.
In realtà, queste due definizioni possono creare un po’ di confusione, nei genitori e nei bambini: la mamma di pancia non era anche di cuore? E la mamma di cuore, non ti sente dentro proprio come una mamma di pancia?
E per i bambini, cosa vuol dire avere avuto due mamme? Due due Paesi, due lingue, due mondi, due storie, due vite, due nascite?
Al campeggio, prima della partenza, sono queste le domande che una bambina rivolge alla mamma, sotto la doccia, mentre lo specchio raddoppia il suo volto come a ricordarci la sua doppia anima, i suoi perché raddoppiati.
Mamma di pancia, mamma di cuore
Sono stata scelta da questo libro un giorno in libreria, mentre la mia bambina leggeva da sola le sue storie. Di solito non amo i libri ‘di occasione’, legati ad una contingenza, ma questo mi è sembrato che riuscisse ad andare oltre, ad essere qualcosa che arriva nel profondo.
Perchè ogni genitore sa che genitori si diventa, che ci sono temi difficili da affrontare, che ci sono affetti da proteggere e che i bambini hanno bisogno di noi, ma non solo di noi. E quando la piccola chiede alla sua mamma della sua prima mamma: “Perché mi ha data via?”, la mamma riesce a trovare le parole dell’unione, parole che raccontano alla bambina la sua storia, vera, fatta di dolore, ma anche- quasi sempre- di amore.
Mamma di pancia, mamma di cuore
Questo tema ha inevitabilmente, forse più di altri, mille volti, mille storie, mille punti di vista diversi. Storie in cui a volte si è visto più male che bene, più violenza che amore. Questo libro ne racconta una, di riconciliazione con il proprio passato, e vuol forse essere anche un augurio che va molto al di là della vicenda narrata.
Quando ho letto questo libro ho pensato ad alcune amiche che hanno avuto difficoltà a sentirsi mamme, o che si sentivano ‘lontane’ dai loro piccoli… forse il tipo di parto, forse perché non ho potuto allattare… forse… questa storia è dedicata anche a loro, perché il legame profondo che lega genitori e figli, se da queste cose può essere nutrito, dalla loro assenza non può essere minato. I bambini sono vostri, voi siete i loro genitori, noi… se permettiamo alla condivisione di parole e cose di unirci.
… vi lascio con le parole suggerite per parlare dell’adozione ai bambini, che possono essere un invito alla sincerità e alla condivisione che vale un po’ per tutti noi:
“A che età dire a un bambino che è stato adottato? Io credo che sia una domanda sbagliata, nel senso che la cosa non deve mai essere nascosta. (…). L’importante è che la madre dica spesso in giro agli amici: “Che gioia avere questa bimba per noi che non ne potevamo avere” oppure “per me che non posso restare incinta”. La piccola capirà subito. E quando chiederà, come tutti i bambini: “Dov’ero io prima nascere?”, domanda che fanno tutti i bambini verso i tre anni, in quel momento sarà molto semplice rispondere: “Ma lo sai benissimo. Lo dico sempre che non posso avere bambini. Tu hai avuto una mamma che ti ha concepito con un signore che amava, sei cresciuta nella sua pancia e poi lei ti ha messo al mondo. E’ la tua vera madre. Lei ti ha fatto molto bella, ma non poteva curarsi di te, allora ha cercato un papà e una mamma che ti potessero allevare e siamo stati scelti noi” (…) Bisogna dirlo sempre a un bambino e soprattutto a una femmina (…).
Non bisogna mai nascondere la verità. “Ma allora io non sono come gli altri?”, potrà dire un bambino. “Tu sei come noi. Noi siamo i tuoi genitori adottivi, e tu sei il nostro figlio adottivo, che vuol dire scelto” (da: Come allevare un bambino felice).
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Questo post partecipa al Venerdì del libro, i precedenti li potete trovare qui. Questo appuntamento nasce da un’idea di Paola di Homemademma. Ci ritroviamo anche alla Biblioteca di Filippo, vi unite?
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