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Mani pulite e l’economia

Creato il 23 marzo 2012 da Malpaese @IlMalpaese

MANI PULITE E L’ECONOMIA

 

“MANI PULITE”:
Storia di una rivoluzione <<italiana>>

E’ una <<rivoluzione italiana>>, che inciderà negli anni futuri della storia politica nazionale. “Mani Pulite” è un po’ come la rivoluzione francese: fino al 1789 le cose vanno in un modo, poi, drammaticamente, tutto cambia fino a quando non arriva la Restaurazione a rimettere le cose a posto. Come tante rivoluzioni, anche <<questa>> è piena di eroi, tradimenti, contraddizioni, morti, misteri…
9° PARTE: I SUICIDI

10° PARTE: <<ECONOMIA>>

Ad essere travolta dalla Rivoluzione di “Mani Pulite” è soprattutto la politica, a tutti i livelli e di tutti i partiti. E’ là che vanno a finire tutti i soldi delle tangenti. In quegli anni la politica costa moltissimo.
Giuseppe Turani: << 1) bisognava tenere molta gente sul territorio a tempo pieno. Più gente hai sul territorio a tempo pieno più controlli i tuoi soldi, la tua presenza, la tua forza. Poi, bisogna anche dire che i gruppi dirigenti si erano abituati bene, a contatto con il mondo imprenditoriale, che viveva bene: jet privati, elicotteri ecc.. Ogni tanto si telefonava all’amico imprenditore che gli prestava l’aereo per un week-end o due per andare in giro a far comizi. Quando poi non c’era si affittava. Avevano poi i loro giornali di partito che non vendevano mezza copia. E poi per la campagna elettorale i soldi volavano>>.
Costa la politica: bisogna mantenere la presenza sul territorio dei partiti di massa come la DC e il PCI, ci sono i congressi faraonici del PSI, ci sono i giornali di partito, le sedi locali, quelle nazionali, il personale, le relazioni da coltivare, le clientele. Costa la politica, costa tantissimo. Soltanto l’apparato nazionale della Democrazia Cristiana costa dai 60 ai 70 miliardi di lire all’anno. Miliardi di allora. Siamo negli anni ’90. Soltanto l’apparato della DC a Milano costa 4 miliardi all’anno. Il PSI, per l’apparato nazionale, ha bisogno di 50 miliardi all’anno. Il finanziamento pubblico dei partiti, quello legale, non riesce a trovarli tutti.
Roberto Mongini: << Chi faceva il segretario del partito sapeva che bisognava pagare gli stipendi. E i stipendi chi li pagava? Li pagava il finanziamento illecito, perchè il finanziamento bianco serviva si e no per pagarne uno>>.
Sono tanti, tantissimi soldi, un fiume di denaro che riempie le valigette 24ore e gonfia piccole buste bianche e grandi buste gialle formato A4, che riempie sacchetti per fare la spesa, che si arrotola in tasca e a volte anche dentro le mutande, e che di nascosto, ma spesso alla luce del sole finisce nelle tasche dei politici, nei cassetti delle segreterie amministrative, nei conti cifrati in Svizzera.
Una prima quantificazione di questo fiume di soldi lo stima attorno a 10mila miliardi di lire all’anno, miliardi di allora. Sono tantissimi soldi, e non sempre finiscono proprio nelle casse dei partiti.

Tutto questo non è gratis, lo pagano gli imprenditori naturalmente. Però non finisce lì, perchè i soldi escono fisicamente dalle tasche delle imprese. Ma poi, alla fine, i costi veri ricadono sui cittadini sotto forma di maggiori tasse, di maggiori costi dei servizi, di debito pubblico. Opere pubbliche che servono solo per motivi politici, vere e proprie cattedrali nel deserto che non vengono mai finite ma costano. E non solo gli appalti per le costruzioni, ma anche i servizi, come la sanità, che fra tangenti e mazzette finisce per costare molto di più allo Stato e quindi ai cittadini. E anche quei lavori che effettivamente servono, alla fine costano molto di più di quello che dovrebbero. La metropolitana di Milano nel 1992 costa 120 miliardi di lire al km, quella di Amburgo 45; i lavori per il passante ferroviario della metropolitana prevedono 100 miliardi al km per 12 anni, quello di Zurigo ne costa 50 in 7 anni . E comunque, dopo la tempesta di MANI PULITE, anche i costi del passante ferroviario di Milano si abbassano della metà. Così il debito pubblico aumenta: nel 1980 il rapporto tra il PIL e il debito pubblico è del 60%, nel 1992 è salito al 118%. Sono 250mila miliardi di lire con un interesse annuo di 25mila miliardi. Sono un sacco di soldi per cose che si fanno male e in più tempo, e che a volte non servono a niente.

 

fonte: http://www.ilgrido.eu/index.php?set=102&blog_tool_id=&local_page=blog&left_local_page=&month=&year=&users_table=&dom_sld=ilgrido&dom_tld=eu&sito_gratis=&sito=&leggi_risposte=1409069

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