Gianantonio Stella e Segio Rizzo ospiti di Luisella Costamagna e Luca Telese a In Onda su La7 tornano a scrivere sulla casta, messo da parte il precedente lavoro, preoccupati di cosa sta accadendo nel nostro paese e dell’aumento delle spese politiche lievitate al 41%, i due giornalisti hanno dato vita ad un nuovo libro-denuncia dal titolo: Licenziate i padreterni.
La notizia che impedisce il tracollo italiano è lontana da noi grazie alla manovra di salvataggio della Banca centrale, ma esistono diritti acquisiti di serie A e diritti acquisiti di serie B? È una domanda doverosa davanti alla clamorosa e offensiva disparità che emerge dall’ultima puntata della manovra di aggiustamento finanziario. Un tormentone che da giorni, vede apparire e sparire (e chissà quanto ciò tranquillizzerà i mercati…) norme che sbattono le ali e muoiono come farfalle, che vivono poche ore, giusto il tempo di incantare i creduloni.
Il famoso “contributo di solidarietà” evaporato per tutti tranne per i dipendenti pubblici di fascia superiore? Varrà, stavolta, anche per i dirigenti di Palazzo Chigi che, umma umma, sopra i 150.000 euro, sono solo il 30%, quindi pochissimi, gli altri, intoccabili erano e rimangono.L’età pensionabile innalzata, ma quello che rimane sempre inviolato sono i vitalizi parlamentari che possono godere della pensione anche dopo soli 5 anni di lavoro con cifre che possono raggiungere i 1.369€ al giorno o come Lamberto Dini 40.000€ al mese.
Siamo in mano a un gruppo di padreterni che pensano di avere il dono divino di saper guidare il paese e magari sono lì da 40 anni, immutati, impassibili ai doveri e alle esigenze italiane. In un momento in cui si moltiplicano le perplessità per i miliardi che mancano ai saldi invariati, e autorevoli istituzioni segnalano che le entrate statali viaggiano verso il 50% del Pil, con il record assoluto di pressione fiscale a dispetto degli slogan “meno tasse per tutti”, il governo, la maggioranza, la classe dirigente, avrebbero un disperato bisogno di credibilità. Messa a rischio da troppe norme ballerine e sconcertanti contraddizioni.
Forse basterebbe sostituire i rappresentanti politici con professionisti che hanno voglia di fare politica seria. Invece di sentire continue vane parole non seguite da fatti.Quanto ai costi della politica, viene un sospetto: che per lasciare che tutto rimanga com’è, stiano promettendo che tutto cambierà. Questa volta gli annunci non bastano più, ai cittadini.