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Manovra e casta, c’è da fidarsi?

Creato il 08 settembre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Manovra e casta, c’è da fidarsi?Gianantonio Stella e Segio Rizzo ospiti di Luisella Costamagna e Luca Telese a In Onda su La7 tornano a scrivere sulla casta, messo da parte il precedente lavoro, preoccupati di cosa sta accadendo nel nostro paese  e dell’aumento delle spese politiche lievitate al 41%,  i due giornalisti hanno dato vita ad un nuovo libro-denuncia dal titolo: Licenziate i padreterni.

Manovra e casta, c’è da fidarsi?
Come mai avete deciso di scrivere questo libro? – “L’idea è nata il 2 agosto, perché quel giorno sono crollate le borse, il Parlamento ha varato il bilancio, con un  taglio dello 0,71 delle sue spese, il mercato delle auto italiane sprofondato e la camera  si dava appuntamento per metà settembre e andava in ferie, abbiamo detto: basta!  Non è cambiato nulla e non hanno tagliato nulla, se avessero veramente voluto fare qualcosa, come eliminare le Province o tagliare i costi politici avrebbero potuto farlo, in soli 91 giorni…” E in effetti basta e avanza anche a noi cittadini.  Oltre al danno le beffe.

La   notizia che impedisce il tracollo italiano è lontana da noi grazie alla manovra di salvataggio della Banca centrale, ma esistono diritti acquisiti di serie A e diritti acquisiti di serie B?  È una domanda doverosa davanti alla clamorosa e offensiva disparità che emerge dall’ultima puntata della manovra di aggiustamento finanziario. Un tormentone che da giorni, vede apparire e sparire (e chissà quanto ciò tranquillizzerà i mercati…) norme che sbattono le ali e muoiono come  farfalle, che vivono poche ore, giusto il tempo di incantare i creduloni.

Manovra e casta, c’è da fidarsi?
Il famoso “contributo di solidarietà” evaporato per tutti tranne per i dipendenti pubblici di fascia superiore? Varrà, stavolta, anche per i dirigenti di Palazzo Chigi che, umma umma, sopra i 150.000 euro, sono solo il 30%, quindi pochissimi, gli altri, intoccabili erano e rimangono.

L’età pensionabile innalzata, ma quello che rimane sempre inviolato  sono i vitalizi parlamentari che possono godere della pensione  anche dopo soli 5 anni di lavoro con cifre che possono raggiungere  i 1.369€ al giorno  o  come Lamberto Dini 40.000€ al mese.

Siamo in mano a un gruppo di padreterni che pensano di avere il dono divino di saper guidare il paese e magari sono lì da 40 anni, immutati, impassibili ai doveri e alle esigenze italiane. In un momento in cui si moltiplicano le perplessità per i miliardi che mancano ai saldi invariati,   e autorevoli istituzioni segnalano che le entrate statali viaggiano verso il 50% del Pil, con il record assoluto di pressione fiscale a dispetto degli slogan “meno tasse per tutti”, il governo, la maggioranza, la classe dirigente, avrebbero un disperato bisogno di credibilità. Messa a rischio da troppe norme ballerine e sconcertanti contraddizioni.

Manovra e casta, c’è da fidarsi?
Forse basterebbe sostituire i rappresentanti politici con professionisti che hanno voglia di fare politica seria.  Invece di sentire continue vane parole non seguite da fatti.

Quanto ai costi della politica, viene un sospetto: che per lasciare che tutto rimanga com’è, stiano promettendo che tutto cambierà. Questa volta gli annunci non bastano più, ai cittadini.


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