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Era un tutto compreso nel pack parto, ovvio!
O almeno questo é ció che vedo negli occhi di Buddha ogni volta che Gabi piange e lui aspetta che io faccia qualcosa.
Poi io verso le 2 del pomeriggio, dopo ore che seguo nostro figlio cercando di capire di cosa ha bisogno, dopo che dalle 7 di mattina gli ho dato da mangiare almeno 10 volte, e non esagero, che gli ho cambiato il pannolino, consolato nel pianto, constatato che ha le coliche, cercato di farlo addormentare infinite volte, rinunciato al sonnellino alle 10 di mattina perché Gabi non aveva intenzione di farmi dormire dopo la notte quasi insonne, dopo che son riuscita a far una doccia per pura fortuna, dopo che ho anche fatto le pulizie di casa, che di vivere in un porcile non ci son abituata, Buddha, che naturalmente ha fatto la sua parte, ma sempre minore rispetto alla mia giá che "io non posso allattare" che sembra che un neonato pianga solo per mangiare, ogni volta che oggi Gabi piange mi guarda sconsolato ed anche irritato e pretende anche che la scusa che lui non sappia che fare funzioni con me!
Perché la pazienza sembra essere una dote mia, lui, invece, con la sua tranquillitá buddhistica, impassibile a tutto e tutti, mente in bianco, uomo dalle mille risorse in fattore relax, non riesce a sopportare neanche mezz'ora di pianti.
Di notte non si alza, comunque sia neanche le cannonate lo sveglierebbero. Per fortuna che da due settimane Gabi solo piange se ha fame, due volte per notte, o meglio, alle 3 e alle 6 di mattina, piú o meno, ed io in sti casi non posso esimermi dall'alzarmi. Ma rompe comunque, voglio dire, almeno rigirati nel letto, fammi vedere che lo senti anche tu, che non son solo io quella che si sforza. Voglio vedere quando potró dargli anche il biberon con il mio latte se lui si alza...giá che la scusa del seno non potrá utilizzarla.
Per il resto riesce a "scappare" ogni volta che ce n'é bisogno, vivendo cosí i momenti migliori di Gabi, ossia quando dorme e quando ride. Certo, bello avere figli in questa maniera!
Non dico che Buddha se ne stia fregando di suo figlio.
Anzi, se ne interessa eccome.
Ma per certi aspetti si nasconde dietro la scusa del "io non posso / io non so", appunto come se a me avessero dato il manuale.
Il che significa, ai miei occhi, che lui continua a fare la vita di prima mentre che io non ho piú una vita. O meglio, io avevo una vita prima, ed ora ne ho una dopo. Un cambio drastico tra le due. Quella del dopo la devo anche capire e sottovalutare, sapendo, comunque, che la vita del prima non tornerá mai e poi mai a me. Il che, spesso, mi produce un pó di tristezza. Normale, penso, provare nostalgia per quella libertá di cui godevo, per quelle scelte che potevo fare, per poter decidere di me stessa e nessun'altro. Ora no, io son legata a Gabi e lui a me. É bello, é differente, ma ci vuole un pó per assimilarlo.
Buddha invece ha un continuo rispetto a prima, pochi cambi, poche rinuncie, tutto continua come prima, con qualche eccezione. Si sforza, certo, ma non troppo. Non troppo secondo i miei canoni. E non pretendo molto....o forse sí, per lui...
Tutto questo fa capire che spesso arrivo a fine giornata, o inizio, dipende se ho chiuso occhio la notte, che son isterica. Non con Gabi, a cui cerco di dare il meglio di me, e quando vedo che i nervi iniziano a cedere lo passo a Buddha 5 minuti, per rilassarmi dai pianti e riprenderlo poi in braccio tranquillizzata, se lui é in casa.
Peró su qualcuno devo pur scaricare la mia frustrazione, e Buddha naturalmente é il soggetto adatto.
Poverino.
Ma anche no...
Insomma, a me sta scusa di "io non posso dargli da mangiare" mi sembra una bagianata, e allora normale che m'incazzo. Ci son notti che io non dormo mentre lui si fa 7 ore filate di sonno!
Invidia? No, incazzatura.
Perché poi gli chiedi che ti faccia qualcosa e lui adduce scuse o ritardi, ed é normale che ti esca il "almeno tu DORMI!!!". Se poi capita che si lamenti di qualcosa scatta la stessa risposta.
É che purtroppo non lo capisce, n'é lo capirá forse, che io ho un limite, che anche se prima della gravidanza per anni ho fatto vedere che ero una donna indipendente e con tutte le facoltá e capacitá per arrangiarmi e arrangiare la vita degli altri, ora non é piú cosí. Qualcosa é cambiato con la gravidanza, non so perché. Son sempre pronta a trovare soluzioni, paziente quando serve, spingendo per migliorare o fare qualcosa, ma ora la testa non risponde come prima. Ora la mia memoria vacilla, colpa della stanchezza e anche delle anestesie. Ora ho nuove paure e paranoie stupide, che prima non avevo...
Insomma, son cambiata, non son piú la persona di prima. Forse ho anche strascichi di paranoie da donna incinta, forse anche le paranoie da neomamma si sommano. Non m'impediscono una vita normale, e comunque quando son sola faccio tutto quel che devo fare senza problemi. Peró ora ho bisogno di un'appoggio a cui prima non pensavo. E non mi piace questa cosa.
E comunque a me non hanno dato nessun manuale, anzi, non hanno spiegato niente sui neonati, e tutto quel che só lo scopro per internet o attraverso Gabi. Non m'hanno fatto un corso d'interpretazione pianto, cerco di capirlo giorno per giorno. Mettiamo poi che io passo 24 ore al giorno con il pupetto allora si puó capire che se piange só cosa vuole, che se fa una smorfia só cosa aspettarmi.
La frase "cosa credi, che a me lo abbiano spiegato? Devi imparare anche tu come me, con l'esperienza!" puó funzionare? A volte, non sempre. Poi lo ascolti con un'altro padre dire "É che io non ho pazienza, lei invece sí che ci riesce".
Io ci riesco, certo, mica ho scelta. Mica posso prendere Gabi e mollarlo alla prima persona che passa per strada. Allora la pazienza ce l'ho, e aumenta ogni giorno. Respiro profondamente quando dopo un'ora di pianti non so che fare, cerco di non sentirmi in colpa, spero che tutto passi in fretta.
Se succede a lui questo sá che ci sono io. Ma se succede a me, su chi posso contare?
Ecco, questo é ció a cui Buddha non pensa, che lui ha un appoggio, se ne ha bisogno, io, da quel che sembra, no.
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