Le righe, da sempre, sono il simbolo di colui che prende il largo. Seppur identificassero gerarchicamente il marinaio semplice da quello di livello superiore, dal 1858 diventano divisa ufficiale da portare sotto alla giacca. Le righe bianche dovevano essere 21, dallo spessore di 20 mm, mentre quelle blu 20 o 21, dallo spessore di 10 mm.
Ma è nel 1917 che la marinière trova il suo riscatto sociale per mano di Coco Chanel, che sdogana la maglia a strisce utilizzando il jersey, tessuto più femminile e più delicato, nuovo ma decisamente appropriato. Lo stile marinaro si era già impadronito delle spiagge di Francia e Inghilterra e quindi la sua fama stava cominciando a espandersi un po’ ovunque a macchia d’olio: l’idea di portare lo stile marinaro alla portata di tutti segna una svolta epocale.
Sebbene in passato le strisce siano state portatrici di nefasti significati (nel Medioevo i tessuti a strisce indicavano i lebbrosi, le prostitute, i giullari, i reietti della società, in poche parole) per poi evolversi a divisa di prigionieri o di deportati, oggi le righe bianche e blu riportano alla mente l’attività del marinaio, tra l’acqua di mare e l’aria aperta.
Oggi, una maglietta a righe è la soluzione dell’outfit dell’indeciso: va bene per un look ricercato accompagnato da un blazer, o è perfetto con un paio di jeans e sneakers per un week-end fuori porta. Io lo trovo perfetto per un colloquio di lavoro: semplice ma curata, attenta ai particolari ma non troppo fashionista, la riga non ti segna e non ti indicizza.
Valorizza la tua sicurezza e forse un po’ di estro. E del resto, non fu la stessa Coco Chanel a dire che “per essere insostituibili bisogna essere diversi”?
Noi di ulaola, concordiamo perfettamente!
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