Filippo Facci e Natascha Lusenti conducono la versione estiva di In Onda, approfondimento di temi di estrema attualità che va in onda su La7, dopo il telegionale di Mentana. Ospiti della puntata il prof. Michele Ainis e Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia e Finanze del Governo per parlare dei tagli ritenuti necessari dal governo. Colpisce il tono, monocorde, di Mario Monti mentre spiega la spending review che inciderà pesantemente nella nostra vita, non rappresentata da “tagli lineari ma da una riduzione della spesa dopo un’analisi precisa”.
Difronte a questi ultimi provvedimenti, questo governo, che peraltro non è stato eletto dai cittadini, non ha il dovere di spiegare di più, cosa va a fare e perchè?
Polillo:” Rispetto ai primi tempi, per quanto riguarda la comunicazione c’è stato un miglioramento con i media, ci sono valutazioni diverse su questi ta
La logica del lavoratore non fa una piega, Monti ha deciso di forzare la mano e di dare una consistente sforbiciata a sprechi e costi. Ma tutto questo avrà comunque ripercussioni sulle tasche degli italiani. L’iniezione di fiducia ricevuta da Monti nel vertice europeo si è concretizzata in uno dei provvedimenti più attesi: il taglio della spesa pubblica. Innanzitutto, il pubblico impiego. Previsto il taglio del 10% dei dipendenti e del 20% dei dirigenti dello Stato. La spending review sarà un processo in divenire che continuerà anche in futuro.
Quello che ci si aspettava dal governo Monti era che, la sforbiciata, avrebbe potuto colpire anche, qualche simbolo, per dare almeno la parvenza dell’equità. Le occasioni di crisi sono anche occasioni di riscossa. Il governo chiede sacrifici agli italiani, ma la condivisione della crisi dove stà? La sforbiciata, si ritorce ulteriormente sulle fasce già divenute deboli dalla crisi, chi è al timone, si è garantito da tempo, una sorta di salvacondotto, che lo mette al riparo dai sacrifici. Bisogna stare attenti a non poratre il livello di vita insostenibile, perché la storia insegna che, un popolo arrabbiato fa la rivoluzione. I costi della politica non sono stati intaccati, mentre si tagliano stipendi e dipendenti che con il loro guadagno mantengono una famiglia e ci pagano pure un mutuo.

Questo paese è stato ferito nel concetto di uguaglianza e in questo nuovo scenario, non c’è da stare allegri.






