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Mario Monti la benzina e l'arma delle liberalizzazioni mancate

Creato il 12 gennaio 2012 da Alessandrobaldini
L'Italia è sempre stato il paese nel quale si è sempre molto discusso in termini di liberalizzazioni, questo in termini di competitività, di mercato più concorrenziale, favorendo di fatto i consumatori.
La realtà si è poi sempre tradotta in liberalizzazioni fatte a metà, questo per la sempre grande opposizioni di tutte quelle categorie che da questi provvedimenti si sono sempre sentite di fatto minacciate.
Liberalizzare è giusto e corretto, se questo è un meccanismo che va a favorire una sana concorrenza, fondata sul fatto di garantire al consumatore, qualsiasi esso sia, un prodotto di buona qualità e prezzi giusti.
Liberalizzare è sbagliato, se questo crea le condizioni per una competizione selvaggia e senza regole, una competizione che con il tempo, tende a danneggiare tutti, sia chi i servizi li offre, sia il fruitore degli stessi.
Poi bisogna anche tenere conto di quelle che in passaggio sono state le leggi italiane, che hanno espresso il termine liberalizzazione, favorendo magari la concorrenza su un determinato ambito, ma non su altri.
Questo sempre per portare un principio di gradualità nelle cose, per fare in modo di non danneggiare magari società operanti sui mercati maggiormente tutelati da una vita, perchè magari a partecipazione statale.
Ma parlare di liberalizzazioni, vuol anche necessariamente concordare in maniera intelligente cosa è meglio liberalizzare a cosa no, i provvedimenti di questi giorni si occupano in prima battuta delle benzina.
Il futuro delle pompe di benzina, parla di una modifica sostanziale a quelli che sono i rapporti tra i benzinai stessi e le compagnie petrolifere, consentendo ai benzinai, di approvvigionarsi là dove il carburante costa meno.
Ma oltre a questo si parla anche della possibilità per gli stessi, di poter vendere nei distributori sigarette, alimentari e di poter riscattare le proprie pompe, in maniera singola oppure magari un cooperativa.
Noi tutti ci auguriamo che questo sia l'inizio di un percorso vero verso quelle liberalizzazioni più incisive che magari riguardano anche categorie professionali, che nel corso di questi anni, sono sempre riuscite a difendere le proprie rendite.
Mario Monti parla bene dicendo che va premiato il merito di chi costruisce una propria ricchezza e un proprio benessere con l'impegno e l'investimento e che invece non va agevolato chi ha rendite di posizione.
Ma questo è sempre stato il male oscuro italiano, il non riuscire a modificare quello che è diretta espressione di un interesse basato sulla pura e semplice rendita di posizione, noi tutti speriamo che questo possa accadere.
Buona serata e buona navigazione Nicky Brancatelli e Alessandro Baldini
  
  

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