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Martin Heidegger. L’abbandono (1955)

Creato il 05 marzo 2015 da Silcap
Martin Heidegger. L’abbandono (1955)

Scienziato: [...] Cos'ha a che fare l'abbandono con il pensare?
Maestro: Nulla, se intendiamo il pensare in senso tradizionale, come rappresentare. Ma forse l'essenza del pensare [...] è ricondotta all'abbandono.
S: Con tutta la mia buona volontà non riesco a rappresentarmi questa essenza del pensare.
M: Perché glielo impediscono proprio la sua buona volontà e quel modo di pensare che è il rappresentare.
S: Allora cosa debbo mai fare?
Erudito: Me lo domando anch'io.
M: Non dobbiamo fare nulla, soltanto restare in attesa.
E: È una ben misera consolazione.
M: [...] Non dobbiamo aspettarci alcuna consolazione, e proprio questo facciamo ancora se ci facciamo prendere dallo sconforto.
S: Di cosa dobbiamo restare in attesa? E dove? Quasi non so più dove sono e chi sono.
M: Noi tutti non lo sappiamo più, non appena tralasciamo di farci delle illusioni.
E: Ma non resta ancora il nostro cammino?
M: Certamente. Tuttavia, se ce ne dimentichiamo troppo in fretta, rinunciamo alla possibilità di pensare.

L'ABBANDONO (PDF)

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