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Matteo Ficara e Le Nuove Terre: prima presentazione ufficiale del romanzo fantasy

Da Lemat @LeMatPercorsi

sabato 21 dicembre 2013Fumetteria Exit di Macerata

Cari amici lemattiani,


oggi sono davvero felice di poter scrivere questo articolo su Le Nuove Terre, il romanzo fantasy primodi una trilogia – scritto da Matteo Ficara e pubblicato da Vydia Editore.

La presentazione ufficiale ha preso forma di un dialogo aperto con l’autore, condotto da Paolo Nanni, scrittore, comunicatore, autore e regista, che ne ha dato una lettura molto approfondita, riuscendo a cogliere i molti livelli di lettura del romanzo:

  • un romanzo fantasy in piena regola, con un’intera ambientazione, personaggi e addirittura una cosmogonia riccamente tratteggiate;
  • un romanzo di formazione, che si dispiega lungo tutta l’ossatura narrativa del viaggio dell’Eroe;
  • un romanzo avvincente, da leggere appassionatamente (anche sotto l’ombrellone);
  • un intreccio complesso e una trama intricata, capace di tenerti sulle spine fino all’ultimo, come nei migliori giallithriller
  • una filosofia esoterico-spirituale, alchemica, magica.

E non solo… sulla pagina ufficiale di fb, LeNuoveTerre” è anche un gioco di Divinazione, come – in qualche modo – lo è stato anche durante la presentazione.
[SCOPRI COME!]

1. Un’iniziazione importante [chi è Matteo Ficara]

Ma parliamo dell’esordio del libro stampato – un’iniziazione, quasi, dato che è capitata nel giorno di solstizio d’inverno, perfettamente in tono con il contenuto alchemico del libro. E facciamolo con le parole di chi c’era, estratte dal video…
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Paolo Nanni - Questo esordio letterario è un tipico romanzo di formazione.
Due paragoni: laddove un Kerouac utilizza la strada, il viaggio, il confronto con la società che ha intorno per tirar fuori il suo mondo interiore, il suo percorso di crescita, laddove un tipico romanziere contemporaneo italiano, come Giordano in “La solitudine dei numeri primi”, avrebbe usato i drammi dell’infanzia e la crescita psicologica molto interiorizzata, Matteo Ficara, essendo troppo eclettico per percorsi così scontati, ha usato molti più livelli di trasformazione.
Eppure è praticamente impossibile, per chi lo conosce, ma penso anche per chi non lo conosce e avrà modo di leggere il romanzo, non capire che dentro c’è un mondo interiore che viene esploso, con diversi livelli, come è giusto che sia per un romanzo capace di coinvolgerti e trasmetterti qualcosa sia a livello emotivo, che intellettuale, che narrativo
Chi sei? Come ti vedi in questo momento in cui ti sei esposto al giudizio delle persone?
Matteo Ficara – Eclettico, eh? Mmm… sì.

Ho navigato moltissime acque diverse, specie nella mia seconda vita, quando ho cominciato a vivere in maniera più consapevole.
Dai 23 anni in poi è nata una sorta di nuova vita, della quale ho più ricordo, della quale ho imparato qualcosa in maniera cosciente e nella quale ho attivato dei percorsi che iniziano come percorsi di ricerca personale, ma che poi diventano percorsi di ricerca dell’io, tra psicologia, filosofia, esoterismo – che forse è una parola forte – e alchimia.

solstizio inverno

Che magari ci può far venire pensato L’Alchimista, non so chi lo ha letto…
Sono felice perché in questo momento – grazie soprattutto a libri come Harry Potter o Il signore degli anelli, che sono diventati anche film – a quest’ambientazione, il fantasy, è stata data una possibilità per entrare nelle case e aprire uno spiraglio nuovo a tutti noi per vedere le cose, perché finché vediamo le cose con l’occhio di questo mondo non riusciremo mai a vederle in modo nuovo.
Vedere la realtà attraverso un filtro diverso, fantastico, ti permette di produrre più possibilità e più spazio nella tua vita.
Come mi sento?
Sicuramente padre, che sento come la cosa più importante per me in questo momento. E per il resto, mi occupo attualmente di formazione: non ho mai avuto un biglietto da visita, perché non riesco a dare una definizione di ciò che sono. Ogni giorno sono diverso, e questo credo che capiti a tutti, ogni giorno qualcosa in me prevale e qualcosa invece non c’è, e se questo è un modo di definire l’eclettismo, allora… diciamo che sono eclettico!
Dico qualcosa su questa mia seconda vita.
Mi sono portato dietro la passione per il fantasy da quando avevo undici anni ed è una delle pochissime cose costanti che proviene dalla “prima vita”. Ho avuto una passione incredibile per ciò che è il simbolo, il linguaggio, tutte le forme di espressione, la danza, la musica, il segno, il disegno e questo mi ha portato ad approfondire molto anche la comunicazione, cosa di cui anche adesso mi occupo a livello di ricerca, perché credo che l’essere umano sia una comunicazione, alla fin fin fine.
Credo che, in un certo modo, l’essere umano sia un simbolo, per cui questa è la mia ricerca ed ho cercato di unire queste cose: il fantasy, l’interesse per il simbolo e il linguaggio, la passione per la formazione in un corpo unico, che in qualche modo ha a che fare anche con questo libro.

2. Il romanzo fantasy

Paolo Nanni - Ma torniamo alla dimensione narrativa.
Questo è un libro davvero fantasy dal punto di vista del mondo che crea. Quello che ci aspettiamo dal fantasy è rispettato: c’è un mondo completamente diverso, in cui si entra attraverso i panni del protagonista, che ha molto di una persona che è alla ricerca di un senso. E potrei definirlo quasi uno dei protagonisti, anche perché c’è anche questa variabilità nel romanzo, uno spostamento di punti di vista.

Le Nuove Terre mappa

Le Nuove Terre

Matteo Ficara - A me piace definirlo il Non-Protagonista, o meglio ancora il Non-Eroe, perché in realtà è la figura principale, ma di lui si racconta sempre attraverso gli occhi di qualcun altro.

Paolo Nanni - E questo nome (e tornerò sulla parola nome) è Callisto: attraverso Callisto cominciamo a guardare un mondo che è pieno di dettagli, pieno di cose che sono diverse da come noi le conosciamo: con che cosa ci si sposta? Con gli animali, con i cavalli, per esempio. Ma siamo quasi alla frontiera tra tecnica e magia del riuscire ad affrontare il viaggio aereo attraverso quello che viene definito Eliante, un incrocio tra una barca e una mongolfiera, una barca che si muove sostenuta da un pallone aerostatico.
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Ci sono tanti dettagli, come è giusto che sia per approcciare un mondo che dobbiamo conoscere per la prima volta, e allo stesso tempo la narrazione è epica, ha la capacità di andare con spostamenti temporali, all’interno del romanzo, e abbracciare una narrazione che tocca gli anni e addirittura i millenni.
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E qui, il debito con il fantasy è pienamente assolto.

3. La teoria dei “nomi”

Paolo Nanni – Andiamo all’aspetto anticipato: la teoria dei “nomi”.

Ecco: Callisto, in questo percorso di auto-formazione, è già portatore di una certa saggezza, che nel mondo che lui sta invadendo per continuare il suo percorso purtroppo non è una dimensione comune: il rispetto per i nomi. All’interno del libro i nomi sono una dimensione, per Callisto, fondamentale, perché dare un nome alle cose, in un certo senso, è come violentarne la natura, semplificarla, distruggere tutto quello che c’è dentro quella cosa che non è fatta solo di materia. Crearla, insomma.
E per questo Callisto con i nomi ha anche una particolare attenzione, che addirittura sarà la cosa che caratterizzerà il suo rapporto con la dimensione ancestrale del mondo che andremo a vivere con Le Nuove Terre.
Se c’è stato un inizio non lo sappiamo con certezza, perché è sempre legato alla fede nella dimensione spirituale-religiosa, ma, se c’è stato un inizio, questo inizio è legato ai Saggi, e se c’è una cosa che i Saggi guardano con molta attenzione è il nome con cui la realtà prende forma. Certi nomi non possono essere utilizzati, altri nomi vengono utilizzati e sono già una piccola violenza, e Callisto su questo sarà particolarmente fiscale: ad esempio se l’elfo è o no trasformabile al femminile o al plurale. Al plurale si, al singolare e al femminile no.
Ti chiedi se sono i nomi a generare la realtà o la realtà ad essere semplificata dai nomi, e allora bisogna stare attenti a quanto si semplifica, per esempio sulla generazione, una creazione che è quella dei mondi, della terra, delle lune e anche quella degli esseri, delle persone che si muovono in questi mondi. E allora gli Elfi sono gli El-fi, perché figli degli El, i capostipite, e gli umani come U-mani (i “mani” di “U”), i figli di U, e i Nani (D-mani), i figli di “D”.
Un dna glottologico che pervade tutto il mondo.

4. Il progetto di formazione

Paolo Nanni – In questo caso, rispetto a qualsiasi autore, ci troviamo di fronte ad un libro che è alla base di un progetto più ampio. Perché questa trasformazione che hai messo metaforicamente in una storia fantasy, con una serie di personaggi che vanno incontro a un destino e a delle scelte, si sposa a qualcosa che esce dal libro e ritorna qui nel mondo reale.
Come avviene e come lo vuoi fare avvenire?
Matteo Ficara – “Il libro è nato giorno per giorno, senza sapere dove mi stesse portando, come una corrente, e allo stesso modo tutto questo grande disegno è venuto fuori nel

tempo, come se avessi avuto bisogno di fare un percorso di crescita io stesso, per poterlo vedere tutto. Perché è davvero grande, adesso come adesso.
Il fatto di utilizzare il gioco di ruolo, mia passione da quando sono piccolo, come ambiente per la formazione e lo sviluppo individuale è una intuizione di circa un anno fa. E legata a questa sono venute fuori intuizioni molto particolari che sono riuscite a farmi capire il viaggio di Callisto dopo diversi mesi che avevo scritto il romanzo.

Tutto questo viaggio negli archetipi può essere applicato allo sviluppo dell’individuo. Si parte dalla forma del “Servo”, la persona che non è consapevole di sé, cioè che è servo di sé, fino alla figura del “Matto”, che è l’emblema della libertà più totale, anche al di là degli schemi.
Callisto non farà tutto questo percorso in questo testo, ma lo continuerà poi nel secondo libro.
Sono riuscito a collegare insieme il libro con la formazione attraverso questa “terra di mezzo” che è il gioco di ruolo, che si ambienta – guarda caso – nelle Nuove Terre di Maj ed è, per sua natura, palcoscenico dove ognuno di noi può provare a vivere i panni, non di un altro, ma di un altro sé in un ambiente come il gioco in cui tutti noi possiamo fare qualcosa che qui non ci sembra possibile fare, quanto meno rischiare, provare, sperimentare, sbagliare senza paura di farlo, un ambiente protetto.
Il gioco, per assurdo, è uno degli ambienti con le regole più ferree e più fisse, più decisive e più limitanti che esistono. Non è che se giochi al Gioco dell’oca puoi andare a giocare fuori dal tabellone. C’è il tabellone, ogni casella ti dice qualcosa, il gioco ha delle regole fisse, ma all’interno le possibilità che hai sono infinite.

È esattamente l’opposto di quello che viviamo. Abbiamo delle regole del gioco fisse noi  in Italia lasciamo perdere – però le possibilità che abbiamo sono limitate da questi limiti.

Nel gioco succede l’opposto. Utilizzare questa piattaforma per la formazione ti dà modo – anche a livello creativo – di vedere tu cosa faresti, cosa potresti fare, in alcune situazioni attraverso un punto di vista diverso di un tuo io che non hai ancora messo in campo.

Unendo queste cose alla creazione di un personaggio che va nel gioco di ruolo, il gioco di ruolo lo capisci meglio, se riesci ad integrarlo anche la lettura del libro, c’è tutta una filosofia che ritorna da una parte all’altra e crea un circolo virtuoso su tre tipi di settore, libro, gioco di ruolo e formazione.

Paolo Nanni – Primo step: convincerci a leggere il libro. Secondo step, fare questo percorso di formazione di crescita personale, che ci permette di fare progressi da un punto di vista filosofico psicologico e, visto che ho letto anche il libro, mistico, perché la vicenda – sia narrata, che pensata dai personaggi - è permeata  in continuazione di spiritualità

 5. Il romanzo Mistico, Magico ed Esoterico

Paolo Nanni – Ecco, ma siccome ho letto il libro ci sono molti sacrifici nel libro.
E il primo a compierli è Callisto, per arrivare alla sua consapevolezza e al suo destino. Anche nella vita? Anche nella formazione che ci proponi ci saranno questi sacrifici?

Matteo Ficara – “Facciamo un’etimologia di questa cosa: “sacri-ficium”, l’ufficio sacro, in realtà è un’operazione che ha del sacro.
Il sacro è una parola che viene dal “saccellum”, un limite, quindi l’operazione sacrificio, del sacro, è l’operazione di andare al di là del limite, per cui c’è sicuramente qualcosa che muore, cioè ciò che era prima, ciò che sta al di qua del limite.
Oggi c’è una filosofia molto bella…

C’è questo paradosso che viviamo in maniera inconsapevole, che è sacrificio-beneficio. Noi del sacrificio cosa prendiamo in genere? Ciò che c’è da fare ora. Ma il sacrificio è un lavoro, una trasformazione che facciamo per ottenere qualcosa di più grande, come la trasformazione del carbone in diamante, dove il carbone viene sacrificato per il diamante, ma dopo è un diamante, qualcosa di molto più prezioso. Questa è un po’ la metafora che ho in mente quando parlo di sacrificio.
Callisto lo proverà sotto diverse forme, ma è un dolore che ha un senso, che è salvifico, ha scelto quello che voleva fare e lo porta fino in fondo.

Paolo Nanni – Trasformare i limiti, anche intesi come sfaccettatura di ciò che ci fa soffrire, che ci rende poco abili alla vita.

Matteo Ficara – L’invito che fa Callisto, specie quando parla col suo amico Tregg, il commerciante, di queste usanze, che hanno a che fare coi bar, di riempirsi di alcool per uscire dalla realtà e non vedere e non preoccuparsi, è proprio l’opposto: uscire da questo modo superficiale di vedere le cose ed andarci proprio dentro e non a caso lui sta spesso sotto terra. Viaggia molto e all’inizio è molto nella grotta che è alchemicamente ciò che è profondo.

6. L’anteprima GRATUITA

Ed ora, per chiudere questa presentazioni, così profonda, il link all’anteprima gratuita del libro: www.vydia.it/lp/anteprimalenuoveterre.pdf

Le Nuove Terre

Le Nuove Terre


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