a cura di Ninnj Di Stefano Busà
Maurizio Donte, nato a Imperia il 29 dicembre 1962, si interessa alla poesia fin dall'infanzia e comincia a scrivere le prime liriche in prima media. I professori, notandone la propensione lo incoraggiano a proseguirne la composizione. Segue studi tecnici, perito chimico e poi diploma universitario di Tecnico di Laboratorio Medico, ma la passione per la letteratura non l'abbandona. Nel 1988 vince il premio Garlenda per la poesia in vernacolo, seguono molti anni in cui scrive senza fare concorsi o pubblicare nulla.Nel 2012 partecipa a tre concorsi, vincendo il concorso Internazionale "Quelli che a Monteverde" in Roma, si classifica secondo e riceve una segnalazione nel terzo. Pubblica il suo primo romanzo "DE BELLO PARTHICO" per Edizioni REI France nello stesso anno. Il 2013 lo vede ancora secondo classificato al Dino Campana di Morano Calabro e autore segnalato in un altro concorso e giudice alla XVI edizione del premio Mimesis di Itri, presieduto da D.Rondoni.Nel 2014 pubblica Sonetti e Madrigali d'Amor e Guerra con REI France e vince al concorso Nazionale Voci città di Abano Terme il premio speciale della Giuria. Riceve in tutto dodici riconoscimenti letterari, fra i quali, la vittoria al Nazionale Tracceperlameta di Recanati, dedicato al tema di A Silvia, di Giacomo Leopardi, con "Pensando a Silvia". Vince il concorso Internazionale Regina Margherita di Bordighera, con la lirica "Danzavi", è secondo classificato all'Internazionale Memorial Guerino Cittadino di Rende. Terzo classificato al Nazionale Città di Grottammare e quarto classificato al premio Thesaurus, Vedere Oltre e John Keats di Morano Calabro. Riceve menzioni e segnalazioni all'Albero Andronico di Roma, al Natta di Vallecrosia e all'Ossi di Seppia di Taggia. Sempre nel 2014 pubblica i Nuovi Canti di Erin e il Cù Chulainn, il Mito del mastino di Cullan, sempre con REI France, due poemi epici incentrati sul tema del Ciclo dell'Ulster, antiche leggende irlandesi, viene notato e inserito dal professor Nazario Pardini nella sua vetrina di autori contemporanei "Alla volta di Leucade", seguitissimo blog letterario.Tra fili di trasparente vetro
Vorrei non mi sfiorasse mai
la vertigine del finire,
come un'ala di penne d'ombra
che vicino a me invoca
l'abisso del nulla.
Tremo sul limite dell'inconoscibile
e vaga la mia anima turbata
nell'inquietudine del dubbio.
Cerco e non trovo pace
nel silenzio del chiostro,
né sulle tante e tumultuose rive
del deserto dei vivi.
Lambisce questa pazzia, il mio cuore,
e mi sfiora la tenebra infinita.
Non so quale domani
m'attende al di là
di questo andare esitante
da funambolo nell'aria.
Tempo
Suona potente
l'acqua che corre:
cascata saltante
su umide rocce,
frante dal tempo,
che corre e scivola
lontano come vibrante
corrente, verso
non so quale mare.
Filari
Osservo
con sguardo radente
ordinati filari
di vigne, distesi
nel chiuso orizzonte:
non posso dire,
il pensiero muta
ogni istante.
Sfugge, come acqua
dai pugni rinchiusi,
inafferrabile attimo,
perduto per sempre.