Sono le secchie, confortanti certezze della tua vita scolastica, terribilmente fedeli al luogo comune che li ha creati ad immagine e somiglianza del ragioniere Filini, simpatici solo quando commentati dalla Gialappa’s.
Capisci che il bullismo non è più un allarme sociale quando metti piede in un’aula universitaria dopo una lunga e forse irreversibile pausa estiva e li vedi lì, distribuiti nei primissimi posti, nelle loro camicie soffocate da qualche improbabile cravatta e un’ anacronistica ventiquattrore , pronti a srotolare i loro cinque metri di lingua per assecondare qualsiasi vaneggiamento del professore davanti.
Sono le secchie, confortanti certezze della tua vita scolastica, terribilmente fedeli al luogo comune che li ha creati ad immagine e somiglianza del ragioniere Filini, simpatici solo quando commentati dalla Gialappa’s; le secchie delle materie umanistiche, la cui figura non è stata ancora riabilitata e simpatizzata da serie televisive come è successo per le secchie scientifiche con big bang theory; le intramontabili secchie con la manina sempre alzata, la risposta sempre pronta, gli approfondimenti appena sfornati. Darei a ciascuno di loro una settimana di Enzo Miccio + Natasha Stefanenko per far capire loro cosa vuol dire essere sempre sul pezzo.Che prendano esempio dalle loro colleghe femminili! Soggetti interessanti, loro. Fermamente decise ad emanciparsi dalla svilente stigmatizzazione in “pupe – secchioni” hanno deciso di rivestire entrambi i ruoli, pupe e secchione. Così le vedi tutte in fila, con venti centimetri di unghie perfettamente rifatte e ultra colorate, pronte a prendere appunti sui loro computerini ( e io le stimo, davvero, perché non mi capacito di come sia fisicamente possibile coniugare unghie chilometriche e tasti del computer).
La lezione scorre regolata dal loro puntuale ticchettare sulla tastiera che ci sta rendendo tutti audiolesi, per poi assistere a scene di vero e proprio harakiri di una di loro quando si perde una parola del professore. Parola che può avere la stessa importanza di un “coff coff” , ma che genera un immediato stato confusionale di questa bratz con la passione per lo studio che, non paga di essere affiancata da un registratore, si gira verso le altre cervellone per sapere qual è il termine mancante. Da lì si possono rivelare scenari interessanti: o la bratz accanto a lei si stizzisce per essere stata interrotta e addio amicizia di una vita, oppure effetto domino si attaccano lo stato confusionale come un virus, quando, finita la fila di bratz , non possono fare altro che girarsi nella fila dietro e imbattersi, con sconforto, in quei soggetti che risollevano la dignità di un’aula universitaria : giocatori di briscola, rullatori professionisti, Pokemon addicted et similia.Ma i soggetti più pericolosi sono le secchie in incognito, le cyber secchie che intasano quotidianamente i gruppi universitari su Facebook con le loro inutilissime e ansiogene domande.
E così quando sei ai piedi di un’ aula universitaria e hai tutti davanti, scorgi ogni volto, posto dopo posto, per dare finalmente un corpo a quella secchia infame che ha avuto il coraggio di scrivere nel gruppo in un lasso di tempo che va dal 10 al 15 agosto “ Ragazziiiiii info per l’esame del 28 settembre???? Com’è la commissione???? Grazie ^^”, andare lì e con tutto il sentimento che hai dentro suggerirgli un secco e lapidario “faccela perdio.”E’ proprio vero, a volte le istituzioni sono del tutto assenti. Avevamo Nelson e Secco dei Simpson, avevamo Draco Malfoy, avevamo Buzz di mamma ho perso l’aereo…. e ora? Dove sono andati i tempi d’una volta, per Giunone?