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"Memorie di Adriano" di M. Yourcenar

Creato il 16 marzo 2011 da Bens
Esistono libri brutti, orrendi, da corte marziale. Esistono libri talmente brutti e da incubo che un CD di Vasco Rossi al confronto è rigenerante come una passeggiata su di un prato fiorito in una tiepida giornata primaverile. Ma non esistono libri sbagliati: i libri stupidi (ergo, brutti) sono essenziali per l'elevazione spirituale di noi tutti. Possiamo leggere Proust a colazione e saziarci con Lovecraft all'ora di pranzo, ma non c'è nulla di meglio che leggere un "bel libro" di Fabio Volo(tutto tra virgolette vista l'avventatezza nell'apostrofare quelle cose che scrive come libri, soprattutto belli) per gonfiare l'egocentrismo generale che protegge il nostro innato senso del bello dalla gonorrea verbale di improbabili autori.
Io guardo le persone e mi sento intelligente. Io guardo le persone e so esattamente cosa non vorrei essere. Ecco perchè credo che il soggettivismo umanistico vada bene, ma sono sempre più convinta che esistano libri (ma vale per tutto) che sono oggettivamente notevoli. Il problema é: non tutto ciò che rientra nell'oggettivamente notevole risulta per definizione soggettivamente ammirevole. Io sono sinceramnete convinta che "Memorie di Adriano" sia un'opera superlativa, ma, personalmente, a lettura terminata non mi è accaduto niente. Nessuna esplosione intercostale, nessun senso di smarrimento, nessun vuoto esistenziale da colmare con la morfina. Era tutto come prima. Eppure mi sono impegnata e non posso negare l'esistenza di pagine bellissime, poetiche, tuttavia non c'è stata una sola parola che mi abbia trafitto da parte a parte. E' stato come leggere I Promessi Sposi: sì, figo, ok, ma poi?
Quindi ecco la mia opinione: innamorarsi di un libro è come innamorarsi di una persona, richiede una sorta di allineamento planetario universalmente galattico (??); è come un meteorite che sconquassa la crosta terrestre cicatrizzando la terra per millenni. Capita, come la pioggia a Pasquetta, non puoi spingere affinchè accada, così come non puoi evitarlo quando succede. La Yourcenar ha tutto il mio rispetto raziocinante ed oggettivo, ma nella lettera che Adriano scrive a Marco Aurelio io ho intravisto solo una lunghissima lezioncina di filosofia classica, che mi ha annoiato oggi tanto quanto mi tediava tra le mura scolastiche.
"Memorie di Adriano" forse l'ho letto nel momento sbagliato perchè è un libro risolutivo, con un numero impressionante di risposte ad interrogativi elaborati ed affrontati nell'arco di un'intera esistenza. Io ho scoperto solo il mese scorso che Dylan Dog non è ciò che avevo sempre passivamente immaginato che fosse, e che TexMex non prende questo nome da Tex (io e le mie associazione di idee) il quale a sua volta non è il cugino famoso del tizio di Toy Story, quindi sono convinta di aver anticipato i tempi di qualche decennio leggendo questo libro la settimana scorsa.
Sentitevi liberi di insultare la mia sensibilità artistica che non ha nulla da invidiare a quella di un bradipo in letargo. B.

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