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Mercatalia, la crisi in Italia tra regionali e mercati

Da Davideciaccia @FailCaffe

In un mondo prigioniero dell’astrazione del Mercato globale, ho inseguito i piccoli mercati locali lungo gli Appenini, spina dorsale d’Italia. Scopo? Umanizzare la crisi, con lo sguardo lento dei treni regionali. 


27 luglio 2013
, 21.45: aeroporto di Brindisi, direzione Tracia. Servizio Civile Internazionale. Parma, atterraggio d’emergenza. Bergamo, 00:45. All’1:50, volo per Istanbul in partenza. Artigli d’Italia. Amici, Brescia, Trentino e Verbania.Tefteri.

In questo carosello, prendeva corpo un’idea: c’è il senso di tutto ciò che (mi) è successo dopo; ma poco importa ora, ho solo voglia di rileggere in compagnia, di rimettere in comune, congiungendo.

Ho scelto i treni regionali, ho scelto i mercati per incontrare e affidarmi, per provare a capire senza filtri qualche piaga di un Paese in crisi; economica? Certo. Finanziaria? Pure. Ma anche umana e ,proprio per questo, politica.

A voi immagini e parole pubblicate (su facebook e twitter) durante i giorni di viaggio e qui riunite. Pian piano prenderanno corpo e cresceranno, diventeranno altro ma si riconosceranno. Ora vi incontrano e invitano a seguire le evoluzioni…e allora via! tra poco passerete la Bocchetta di Altare, valico che divide le Alpi dagli Appennini liguri, ed esplorerete l’Italia, in pezzi parziali, periferici e cardinali.vendesi 

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7 agosto h13.05

 Stamattina sveglia a Cairo Montenotte (Liguria), dopo una serata di festa medievale. Colazione da Palmira, fantastica barista in servizio da 53 anni: “Il mio bar è una famiglia, non potrei rinunciarci, ma la crisi si sente. Menomale che ci sono questi giorni di festa, altrimenti non si riesce neanche a pagare le tasse.”

Sono alle porte degli Appennini e, lungo la spina dorsale d’Italia, seguirò di giorno in giorno il pellegrinaggio dei piccoli mercati locali. Scopo? Umanizzare la crisi, cercarla nelle parole e nei volti di chi, anche in agosto, fatica e fa fatica; nonostante il caldo, lontano da media e politica. Buona vita!

8 agosto h11.46

“La terra non ti lascia mai a terra: vai a zappare, fai qualcosa! Bisogna saper cambiare, non mi sono fatto prendere dall’ansia di aver perso il lavoro.”

IMG_4715Carlo ha la terza media e faceva il segatore di marmi. Ora fa l’animatore per aziende nei mercati per promuovere eventi e prodotti. Un esperto di marketing, insomma. Il suo vocione, che delle sue origini romane conserva il vigore, si sente da lontano.
“Prima dei partiti, servono le idee. Bisogna muoversi! Vedi, i mercati non si fermano mai!”

Vero, è importante avere la capacità di reinventarsi ma servono anche spazi, possibilità e buona politica.

Castelnuovo di Garfagnana, Toscana.

9 agosto h17.20
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Inseguo i mercati coi treni regionali
, mentre le feste di paese sembrano piacevolmente rincorrere me: Cairo medievale, birra bavarese (e musica americana) a Castelnuovo e ieri sera una delle “Giornate Massetane” a Massa Martana, in Umbria; borgo bello e accogliente, ristrutturato dopo il terremoto del ’97.

IMG_4804Stamattina, mercato:“Scrivono che ho diritto ma poi non me lo danno perché ho la ditta…ma che ne sanno loro di come vanno le cose qui!”
Vasile
, rumeno in Italia dal 2002, mi racconta delle avventure con laburocrazia italiana e rumena per ottenere l’assegno familiare. “Non puoi impazzire per star dietro a loro, quindi lascio perdere tanto dicono che manca sempre qualche documento e alla fine sono pochi soldi.”

Gli squilla il telefono e gli occhi gli si illuminano; sua moglie e il piccolo David di un anno vengono a trovarlo a lavoro. Vende scarpe “per far camminare lo Spirito”.
“Ora come ora vorrei tornare a casa, tanto che differenza fa?! Il problema è che lì non ho più niente.”
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11 agosto h10.53

Ieri, a San Pietro Avellana (Molise), surreale mercato monobancarellaClaudio, napoletano classe ’60 in vacanza con la famiglia poco lontano, ogni tanto si toglie “lo sfizio” e fa l’ambulante.Quando non è in ferie, vende registratori di cassa a chi “fa i mercati”:“nel napoletano ci sono circa 10.000 ambulanti ma tanti stanno fallendo; è un modo per salvarsi, per andare a contrattare”.
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Da buon partenopeo, mi ha subito offerto un caffè e, tra le chiacchiere, mi ha detto che “qua ci si gode l’aria buona, della montagna. Giù a Ottaviano, l’aria è malsana…un po’ come lo Stato italiano. Stiamo inguaiati.”

“Certo che ‘sto mercato è fallito. Manc’ a frutt ven chiù accà.”

 


12 agosto h17.14

Tende di plastica bicolori, televisori ad alto volume. Bastoni di legno, confraternite, santi e preghiere. Occhialoni da vista fuori dal tempo, camicie a mezza manica a quadretti con taschino. Vestaglie e sedie in paglia. Scalette muschiose e lampioni rotti, case abbandonate o forti nell’abbandono. Il “santuario e la chiesetta, che però oggi è chiusa”.
Ad Altavilla Irpina (Campania), si sente forte il Sud. Si, qualche porta si è chiusa mentre passavo (per via, credo, di zainone e barba) e c’era chi sbirciava dalle finestre, ma empatia e curiosità hanno vinto:
- “e da dove vieni?”
– “signora, ho quasi fatto il giro d’Italia
– “mamma mi’, e ce l’hai ancora da mangià?”

IMG_4976Tra “viuzza a destra, poi alla seconda a sinistra, passi l’arco e sta lì”, il già citato “santuario” non l’ho trovato, e sono capitato in corso Garibaldi, dove fanno il mercato. Di domenica. Mattina.
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È una cerimonia, l’orgoglio del paese. “Vengono pure da fuori Altavilla per vederlo” – mi ha detto Pellegrino, seduto davanti all’Old Café conGiovanni e Nanduccio – “ma mica può restare qua e aspettare a te!”. Eh si, perché erano le quattro di pomeriggio passate e il mercato“finisce massimo alle 13″ – ha aggiunto Nanduccio -. Quindi, io non l’ho visto.

Una cosa però la dico lo stesso, sul mercato, perché vale di sicuro anche qua: al mercato, ci si viene incontro, fosse anche solo passeggiando o facendosi da parte per lasciar passare; e poi, ma dopo, per avvicinarsi ai banchi e contrattare. Ancora ci si guarda negli occhi, al mercato, con rispetto e condivisione, nella calma della mattine d’agosto, consapevoli che la sorte è nell’incontro e nello scambio. Crisi e comunione.

(Uscendo dal paese, una signora: “Giovanò, statt’ accuort.”)

***

IMG_4921Ripartivo da Benevento, mentre gli Appennini scortavano i binari verso Reggio Calabria; tornavo a casa, in Puglia, seguendo quantomeno col pensiero l’antica via Appia, che collegava Benevento a Brindisi, proiettando Roma verso Grecia e Oriente.
Direzione Tracia, insomma.

“La ricchezza dei traffici commerciali e la conseguente alta frequentazione antropica della via favorirono, lungo il suo asse, il nascere di molteplici attività produttive ed economiche come mutationes, mansiones, caupone, tabernae, hospitia, impianti termali […]” (fonte)

Sentivo di aver incrociato frammenti di Italia con debita lentezza; da un finestrino rispettoso e attento.

Mercatalia, la crisi in Italia tra regionali e mercati

Nasce più di vent'anni fa una domenica di settembre. Dopo un'infanzia che ne disegna la complessità, sbarca nell'antico regno sabaudo, ignorando la moderna assenza del mare; così, per amore e nostalgia, il soggiorno polentone è sovente distratto da ritorni a Sud, fisici e immaginifici. Blatera, tra le altre, di vecchie case sul mare e di deputati celiaci. Beve 2-3 caffè al giorno; amari ma, al bar, sporca comunque il cucchiaino.

 


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