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Messina Denaro, il Ros si tira indietro

Creato il 01 agosto 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

Messina Denaro, il Ros si tira indietro

Clamoroso passo falso nella caccia al latitante italiano numero uno: il Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri ha deciso di abbandonare le ricerche. La decisione arriva a seguito di un’infinita querelle con la Procura di Palermo.

I 40 uomini della Prima Sezione che dirigevano i lavori da una sala operativa nascosta in un vecchio capannone abbandonato torneranno presto a Roma, le telecamere piazzate davanti alle abitazioni di boss e favoreggiatori sono state smontate.

Si tratta di un caso che non ha precedenti ed è conseguenza di un grosso disguido con il resto delle Forze dell’Ordine alla caccia del superboss. Il Ros era da tempo sulle tracce di Leo Sutera, storico esponente delle cosche agrigentine, ritenuto dai Carabinieri e dai Servizi Segreti vicino a Matteo Messina Denaro.

Sutera era stato intercettato, pedinato in campagna e sorvegliato con l’avveniristico aereo spia Predator dell’Aeronautica Militare. L’Aisi aveva trovato un pizzino scritto da Messina Denaro, mentre il Ros aveva carpito un colloquio di Sutera con un suo uomo in cui parlava di un incontro con il latitante. 

Da qui la richiesta dei sostituito procuratori Terasa Principato, Marzia Sabella e Paolo Guido a Messineo, capo della Procura di Palermo, di rinviare il blitz della Polizia contro la cosche agrigentine. Messineo però ha considerato la pista troppo generica e ha convalidato l’operazione che il 26 giugno ha portato all’arresto di 49 uomini dei clan.

Nei giorni scorsi, il nuovo comandante del Ros, il generale Mario Parente, è sceso a Palermo per dare l’ufficialità del ritiro dei Carabinieri: l’Arma investe quasi un milione di euro all’anno nella caccia a Messina Danaro e, sfumata la pista Sutera, ha ritenuto che non valeva più la pena continuare le ricerche.

La storia dei Ros a Palermo è fatta di croci e delizie: a operazioni di successo come l’arresto di Riina da parte del Capitano Ultimo si sono affiancati dei passaggi a vuoto come la mancata perquisizione della casa del Capo dei Capi al momento della sua cattura che avrebbe potuto dare indizi per trovare Provenzano o ancora la presunta trattativa con la Mafia portata avanti dal Generale Mario Mori, attualmente a processo.

La rinuncia del Ros denuncia ad alta voce la disorganizzazione e la mancanza di collaborazione che spesso portano le Forze dell’Ordine ad essere un passo indietro rispetto alla Mafia.

 

Fonte: Repubblica


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