Il nuovo tappo collocato dalla British Petroleum sul pozzo sottomarino del Golfo del Messico non sta dando i risultati immediati sperati, infatti i valori di pressione registrati dagli strumenti non sono così alti da escludere la possibilità di altre perdite nel pozzo.
Quindi è necessario attendere altro tempo prima di stabilire se le perdite di gas naturale o greggio sono definitivamente terminate grazie al tappo o se il pozzo si sia finalmente esaurito e svuotato.
Un fatto positivo certo è che per ora il tappo comunque sembra tenere e la fuoriuscita di petrolio che sta avvelenando le acque del Golfo del Messico sembrerebbe fermata.
Il presidente Usa si è espresso con parole ottimistiche, nonostante la dovuta cautela: “E’ una buona notizia – ha detto Barack Obama – ma bisogna attendere la fine del test e, soprattutto non sopravvalutarci”. In ogni caso egli considera il caso marea nera non risolto finché i due pozzi secondari non saranno completati.
Resta comunque aperta ancora la questione dell’enorme lavoro di pulizia da fare. Il tappo tiene e la falla subacquea resta chiusa, il petrolio non viene più immesso nelle acque, ma c’è poco da festeggiare.
Bisogna investire tutte le energie nelle opere di pulizia dei danni alla flora e alla fauna marina. Tra le acque scure e oleose del Golfo gli uccelli agitano freneticamente le ali per spiccare il volo ma invano. Quella marea nera è per loro una trappola fatale.Il bilancio è tragico sia all’economia locale sia all’ambiente.
Nessuno riuscirà mai a quantificare con esattezza quanto petrolio si è riversato nel Golfo del Messico.
Sappiamo che il business collegato al settore delle grandi imprese energetiche internazionali, sui mercati ha goduto negli ultimi anni di una salute economica invidiabile, con profitti anche clamorosi.
D’altro canto, cresce nel mondo, l’angoscia per la possibile carenza di risorse energetiche nel prossimo futuro. Si può uscire da questo dilemma tra problemi ambientali e carenza di petrolio e gas solo se si investe adeguatamente nel campo dei risparmi energetici e dell’energia verde, attività sulle quali non sembrano manifestarsi grandi entusiasmi da parte dei nostri irresponsabili governi.
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