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Mi incazzo

Da Word3press

Sì, mi incazzo.
Mi incazzo come quando vengo rifiutata da qualcuno per cui spasimo.
Mi incazzo, né più né meno, come quando sono stata lasciata per colpa di due trojette che non valevano (né valgono tuttora) una mia unghia spezzata e sudicia.

Perché anche questo è un rifiuto: essere declassati a non-si-sa-cosa da un proprio familiare.
Questa sera ho sbloccato su MSN la mia cAgnata perché volevo vedere se aveva la facciatosta di rivolgermi il discorso, visto che fino a un mese e mezzo fa era ancora in modalità “Ipocrita” e mi scriveva qualche messaggio e se mi beccava in linea era capace di triturarmi i coglioni alle undici di sera (mentre stavo a farmi i cazzacci miei).

La conversazione è stata insolitamente breve, ed è stata lei a chiudermela praticamente sul muso, senza nemmeno darmi il tempo di rispondere, quando di solito ero io a prendere congedo.
Avrei voluto dirgliene quattro, ma lei è riuscita a infinocchiarmi e a farmi dubitare (“Ma non sarà che ci siamo sbagliati, tutti? Non è che magari i cattivoni siamo noi e loro sono le vittimine?”).
Notare, poi, che praticamente noi come famiglia A. non rientriamo minimamente nelle sue preoccupazioni (tutte concentrate sulla nonnina-molto-malata e stronzate varie).

Insomma, pare che, ora che finalmente si è appropriata di mio fratello in maniera ufficiale e indissolubile (a meno di un divorzio, cosa che mi farà morire dal ridere, quando accadrà), la stronzetta non abbia più ragione di voler fare pappa e ciccia con me, trattandomi dunque come la figlia della serva.
Mi ha usato, né più né meno.

Commentate un po’ voi, ché io non so che pensare.

(in brackets, ovviamente, i miei pensieri estemporanei)

Mi incazzo



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