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Miami Heat 2011 vs Boston Celtics 2008

Creato il 30 maggio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

miami-heat-vs-boston-celtics-big-threeTutto è pronto per l’inizio delle NBA Finals e in attesa del basket giocato ci si diverte con commenti e considerazioni su quanto visto finora, in particolare sul percorso dei Miami Heat.
Si possono vedere delle similitudini nel percorso di questi Heat e dei Celtics formato 2008: tutti dicono che i ‘Big Three’ della Florida non sono altro che una replica di quelli di Boston ma penso che l’attesa con cui queste due squadre hanno giocato non ha molti eguali negli anni recenti.
Gli aspetti comuni si riferiscono soprattutto al pathos che ha caratterizzato le semifinali della Eastern Conference in cui gli Heat hanno battuto gli attuali Celtics (probabilmente a fine di un ciclo) per 4-1: al di là della durezza delle partite, si è chiaramente visto alla fine di gara 5, sulla faccia di LeBron in particolare, il sollievo di essere riuscito a sconfiggerli in una serie di playoff e allo stesso tempo il rispetto e l’ammirazione, espressi anche nell’intervista a fine partita, che provava per quel gruppo così solido e unito un esempio per gli Heat. 3 anni prima i Celtics si erano trovati dalla parte di James e compagni quando sconfissero in 6 gare nella finale della Eastern Conference i Pistons ancora sulla breccia - per lo meno quando Rasheed aveva voglia. In quel momento nel 2008 si ebbe il passaggio del testimone dai Pistons ai Celtics, e la settimana scorsa sembra di poter dire sia avvenuto lo stesso dai Celtics agli Heat.

È stata una sorta d’investitura ufficiale in cui si possono individuare ruoli simili: Wade, il capitano che ha fortemente voluto James, così come Pierce, il capitano dei Celtics anche nei momenti meno felici, ha accolto Garnett, chiaramente LeBron nel paragone; entrambi sono stati capaci di diventare i leader vocali della squadra, anche grazie a due caratteri certamente prevalenti. Infine Chris Bosh, quello meno considerato dei tre, forse anche per un carattere più introverso, può ricordare Ray Allen, quello che parla meno di tutti ma quando serve c’è (nel caso di Bosh la sua solidità nella serie finale ha messo a tacere molti detrattori).

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Ci sono anche alcune differenze: la principale sta forse nell’atteggiamento della stampa e dell’opinione pubblica che, caricata dal modo in cui LeBron ha annunciato che “avrebbe portato i suoi talenti a Miami”, è stata in attesa tutto l’anno di un passo falso degli Heat, non ancora avvenuto.
Nel caso dei Celtics invece c’era soprattutto curiosità e interesse per vedere se tre star come Garnett, Allen e Pierce sarebbero riuscite a mettere da parte i loro ego a favore della squadra e della conquista del titolo. Tutti sappiamo come è andata a finire nel 2008 e come continua ad essere vista la franchigia del Massachusetts, unita da un senso di fratellanza comune che supera le differenze personali, chiamato ubuntu.

Altra analogia: Paul Pierce ha dovuto giocare la prima finale NBA contro la squadra che tifava da bambino, essendo nato vicino al Forum di Inglewood, California dove giocavano i Lakers negli anni Ottanta; allo stesso modo Dwayne Wade è nato nel Southside di Chicago a poca distanza dallo United Center dove Michael Jordan vinceva i titoli e dove Dwayne sognava di giocare da grande: come anche il proprietario degli Heat ha ricordato nel ricevere il premio di campioni della Eastern Conference, è sicuramente un fattore contro cui Dwayne, e a suo tempo Pierce, hanno dovuto convivere emotivamente. Entrambi sono riusciti a superare l’ostacolo brillantemente. Ora a Wade & co. non rimane che battere i Mavs per completare l’aggancio e diventare per tutti gli unici e veri ‘Big Three’.


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