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Mie care “Sentinelle”, alzatevi in piedi per difendere l’amore, non la discriminazione

Creato il 06 ottobre 2014 da Marianocervone @marianocervone

Mie care “Sentinelle”, alzatevi in piedi per difendere l’amore, non la discriminazione Oggi i social network e le pagine news di internet, e non solo, si occupano del caso delle “Sentinelle in Piedi”. Non sapevo cosa fossero fino a questa mattina. Leggendone l’hashtag su twitter, #sentinelleinpiedi, credevo si trattasse di qualche movimento di resistenza politica, qualcosa che suona duro, ostile. Come il nazismo dei primi anni ’20, quello che dopo la Grande Guerra del 15-18, aveva l’utopica idea di voler preservare una “razza ariana”, che fosse pura, superiore, dominante rispetto a tutte le altre, e che tanto odio e razzismo iniziò a generare nell’Europa e nel mondo, che cominciava a temere e desiderare di espellere il “diverso”. Gli ebrei, ma anche le persone di colore nell’America degli anni ’50, gli omosessuali. Qualsiasi persona che fosse di religione, razza o orientamento sessuale differente dal proprio ideale modello, da quella “razza”, era da considerarsi inferiore e, in alcuni casi, un vero e proprio nemico da uccidere. Leggo dal sito ufficiale sentinelleinpiedi.it che si tratta di un movimento che nasce per difendere la “libertà di espressione”, la stessa contemplata nell’art. 21 della Costituzione Italiana, osteggiata, da quanto si legge, DDL Scallfarotto, già approvato da Camera e Senato. Decreto nato per difendere le persone omosessuali o transessuali che siano da potenziali crimini e aggressioni introducendo il reato di omofobia ma che, a loro dire, “è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione”. Il nome, Sentinelle in Piedi, deriva dal fatto che si mettono stanti nelle Piazze d’Italia, da nord a sud, con un libro in mano come segno di riconoscimento e simbolo di “civiltà”, manifestando silenziosamente e pacificamente il loro dissenso verso questa legge, verso la possibilità di adozioni e matrimoni tra omosessuali. Pur non avendo letto l’intera norma, non credo che il decreto contempli in tale reato la mera espressione di una diversa opinione, come essere contrari al matrimonio gay o all’adozione da parte di coppie omosessuali. Presumo sia più plausibile ritenere che questa legge protegga dall’insulto in su: dal “frocio” dato gratuitamente, da una discriminazione sul posto di lavoro, dal licenziamento ingiustificato solo perché omosessuali, fino ad arrivare all’aggressione verbale o, addirittura, fisica. Perché se le diverse opinioni sono espresse con educazione e rispetto, se c’è dialogo e non discussione, se c’è confronto e non aggressione, non può esserci reato, ma voglia di comprensione e venire incontro all’esigenze dell’altro. Il problema è che questo movimento non è semplicemente contrario ad una “possibilità”, ma rema contro la realizzazione di un individuo in quanto tale, anch’essa contemplata nella carta costituzionale all’articolo 13, reo solo di provare sentimenti e attrazione verso una persona del proprio sesso: «Il Tribunale per i minorenni di Roma ha creato il primo caso italiano di adozione per coppie omosessuali e nel frattempo a colpi di sentenze la magistratura ha aperto la via alla fecondazione eterologa che darà la possibilità anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso di “produrre” un bambino con la pratica dell’utero in affitto» hanno detto le Sentinelle di Bergamo dalle pagine di L’Eco di Bergamo. E cos’è che rende due uomini o due donne inabili a costituire una vera e propria famiglia? Il fatto di non poterla concepire naturalmente? Si potrebbe applicare lo stesso discorso anche a tutte quelle coppie eterosessuali che sono sterili. Quindi mie care sentinelle in piedi, fareste bene a sedervi. Perché la vostra “famiglia tradizionale”, purtroppo, non è (soltanto) quella degli spot del Mulino Bianco con Antonio Banderas che vi cucina merendine, ma è (sempre più spesso) anche quella dei notiziari, in cui un marito ammazza la moglie per stare con l’amante, o di un uomo che si fa la scappatella con le prostitute o il trans di turno, del fidanzato che stalkera la sua ex ragazza fino ad ucciderla, o di un prete che al catechismo abusa dell’innocenza dei vostri figli. E non credo che questi siano modelli educativi migliori per un bambino. Ed è per questo innanzitutto che fareste bene ad alzarvi e battervi: per chiedere una legge più giusta contro il femminicidio, contro lo sfruttamento della prostituzione, per rendere efficace il reato di stalking o fermare gli abusi di pedofilia. Credo che le vostre figlie, future fidanzate o mogli, e i vostri bambini ne beneficerebbero senza dubbio di più. Insegnate loro innanzitutto il rispetto per chi è diverso, ma, al tempo stesso uguale. Insegnate loro l’amore. Ma difendere la libertà di essere omofobi, non è libertà di espressione, ma pretesa di discriminazione, razzismo e violenza, e dovreste insegnare a quelle anime innocenti che portate con voi silenziosamente in braccio, che l’amore è amore sempre, e non importa se ad amarsi e a voler costruire una famiglia siano un uomo e una donna, due maschi o due femmine, perché famiglia è innanzitutto questo: due persone che si amano e che insieme vogliono tramandare i valori di un mondo senza odio.


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Da Elledi Di
Inviato il 06 marzo a 02:25

un delirio di pensiero qualunque conformista e allineato al trend. se non hai letto ma solo " credi" di che parli?