On the top of the hill si è parlato anche di New York, Parigi, Londra, Roma... mentre si era qui, sulla luna:
E ci sarebbe tutto un discorso da fare sul turismo, su come i marchigiani stanno intelligentemente cogliendo questa opportunità senza lasciarsi scalfire dalla sciatteria. Sono accettati di buon grado (e ci mancherebbe) i capitali privati stranieri, che hanno consentito di sistemare interi borghi riportandoli alle condizioni originarie, con grande rispetto della storia e dell'ambiente. Decisamente riposante parlare con le persone senza nominare la parola crisi, per me che la sento lamentare dalle piccole aziendine tutti i giorni.Quindi si può, si deve fare così, è un modello di sviluppo turistico possibile da tenere d'occhio.
Sarebbe bene che gli organizzatori dell'Expo a Milano si facessero un giro con il blocco degli appunti; capirebbero che non è questione di paesaggio stupendo, di arte, di cultura, di made in italy (seeeee, anche lì, discorso davvero lungo); è questione di gentilezza non invadente, di rispetto del turista, di banalissima educazione ed empatia tra persone. Questione di mood, direbbero i fighi. Questione di civiltà, direbbero le prof in pensione.
Dubito che i controllori sui mezzi pubblici leggano qui ma, si sa, in questi giorni accade di tutto e quindi lo scrivo:
Cari controllori che fate la posta ai turisti stranieri che viaggiano sulla linea 1, loro non capiscono come funzionano i biglietti non perché sono scemi, ma perché non trovano un'indicazione in inglese. Dicevamo, cari controllori che multate le coppie di americani e giapponesi invece di starvene sulla 90-91 a stanare quelli che viaggiano gratis da una vita, ecco, voi sì che dovreste farvi un corso accelerato di accoglienza al turista (e magari anche un corso di inglese basic, che multate la gente e vi tocca farvi tradurre dai passeggeri indignati). Cercate di capire che un giapponese di cinquantanni con in mano un biglietto non timbrato per ignoranza dei costumi locali (e nell'altra mano una multa pagata sull'unghia) si mortifica di brutto e in Italia non ci tornerà. E ricorderà quell'esperienza con orrore. E ne parlerà (male) con gli amici, se supererà il trauma dell'umiliazione pubblica.Proprio io che sono stufa degli Indignati di professione scrivo una roba così. Io, che di storie da tram calde e belle ne ho così tante. Ma qui si parlava di turismo e, mi spiace, la parte turistica di Milano decisamente non è la più interessante. Arcevia batte Milano 1-0, arbitro il mondo.