Dopo aver portato in passerella la collezione autunno inverno 2014 2015 nell’edizione di gennaio di AltaRoma, Arthur Arbesser decide di presentarla anche alla capitale della moda in occasione della fashion week milanese. Il giovane designer ci racconta come a Roma la sfilata, dall’approccio molto più street, sia stata una scarica di adrenalina, e del suo intento, invece, di ricreare a Milano un qualcosa di più sofisticato con richiami a quell’architettura e a quel design che tanto piacciono alla città.
I pezzi del design italiano degli anni 40 e 50 – dai prototipi di Ico Parisi alle sedute di Gio Ponti e Franco Albini – insieme a opere d’arte come il Wall Drawing Trapeziums, realizzato di recente dall’artista inglese David Tremlett, definiscono gli spazi che si aprono in finestroni che lasciano intravedere da una stanza all’altra gli abiti esposti in lontananza, creando prospettive suggestive e scenografiche.
Cornici perfette che raccontano una conversazione tra la collezione e gli oggetti, ripercorrendo il tema britannico dei Conversation Piece. Anche i grafismi e le geometrie dei capi, in qualche modo, rimandano all’architettura anni ’80 a cui Arthur si sente particolarmente legato. Il risultato è di un’estetica totalizzante in cui moda e design convivono e insieme veicolano l’idea di una moda androgina, leggera e trasparente, che evoca le subculture della Londra in cui il designer viennese ha studiato e la unisce alla cultura progettuale dei Maestri del design italiano in un connubio che non può non risultare vincente.
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Mara Franzese
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