Sono giorni di stress e scadenze lavorative. Il nervosismo derivante mi riporta alla mente un pensiero che avevo sotterrato da qualche tempo. Un desiderio irrazionale e primordiale; la voglia di mollare il mio lavoro di reporter e la mia vita madrilena. Rinunciare alla carriera e fuggire in un luogo dove la natura è selvaggia, il clima temperato tutto l’anno e le persone piú amabili.
Il luogo fatato al quale alludo sono le isole Canarie. Ho avuto occasione di conoscerle e apprezzarle. Tenerife è soprannominata “l’isola dell’eterna primavera”, con temperature medie di 18 gradi in inverno e 25 gradi in estate. L’isola è dominata dalla montagna piú alta di Spagna, il vulcano “Teide” circondato da un parco nazionale che è il piú visitato d’Europa e il secondo piú visitato del mondo. Il nord dell’isola presenta una vegetazione tropicale, scorci panoramici affascinanti e una minore presenza turistica. Il sud è “guirilandia” cioè la terra degli stranieri che affollano le grandi spiagge e gli onnipresenti hotel e centri vacanze. Purtroppo in questa parte dell’isola non mancano gli ecomostri e le macrostrutture turistiche che sfregiano il paesaggio paradisiaco.
Attenzione peró ora arrivano le controindicazioni. Canarias è la regione di Spagna con piú disoccupati, quasi un lavoratore su tre è fermo. La sua economia si sostiene, quasi interamente, sul turismo e l’edilizia; settori, attualmente, in evidente crisi. Le opportunitá di lavorare come reporter e giornalista alle Canarie sono scarse cosí come è inevitabile dover ripiegare su canali e testate locali. Insomma, professionalmente, trasferirsi significherebbe rinunciare alle possibilitá che mi offre essere nel centro, non solo geografico, della Spagna. Due ore e mezzo di volo dividono Madrid dall’arcipelago canario e ció puó risultare piuttosto scomodo qualora si abbia necessitá di viaggiare frequentemente. Ultimamente le compagnie low cost hanno attivato numerosi voli diretti tra le Canarie e diverse cittá europe ma resta,spesso, inevitabile dover ricorrere a voli con scalo a Madrid.
Queste considerazioni affollano la mia mente e mi rilassano. Razionalmente credo che non sia ancora il momento, per me, di lasciare Madrid. Le possibilitá che offre questa splendida cittá mi risultano, per ora, superiori agli svantaggi di vivere in una capitale massificata. Sono peró consapevole che con il tempo il mio desiderio di andamene non potrá che aumentare e rifiorire.
Forse tra qualche anno occhiopidocchio non sará piú il diario di un reporter in esilio a Madrid ma quello di un ex giornalista che ha mollato tutto per andarsene su un’isola.