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Musica, maestro... Ricomincia il controcanto!
Creato il 07 gennaio 2011 da David Incamicia @FuoriOndaBlogdi David Incamicia
"Diciamo che tutto va bene, che la crisi è finita... Ma siamo sicuri?", qualcuno dirà: ecco, quello stronzo di Fini ricomincia a romper le balle! E invece no, stavolta non si tratta di lui. Stavolta parole e musica sono nientepopodimenochè dell'ex taciturno Tremonti. Che addirittura afferma, senza se e senza ma, che "la crisi non è finita" anzi, "è come vivere in un videogame: vedi un mostro, lo combatti, lo vinci, sei rilassato... E invece ne compare un altro, più forte del primo". Altro che "ghe pensi mi"!
L'uomo della cassaforte, colui che ha in mano la golden share del governo (e dietro le spalle 10 milioni di baionette padane), quello che ha fatto incazzare ministri di grido e ministresse da urlo, ora come un novello Churchill s'appella all'Europa sperando che risorga. Perchè solo un'Europa coesa e tosta può arginare i contraccolpi di una crisi viva e vegeta, nel pubblico come nel privato. Crisi che nonostante la cinghia tirata ancora non ha messo al riparo dal rischio che i debiti nazionali continuino a crescere. E le responsabilità di chi sono, secondo mastro Giulio? Ma della politica, off course...
Insomma, un altro anno così e il nostro Paese schiatta. Perchè aver salvato le banche ha aiutato anche gli specultarori (mo' s'incazza pure il coordinatore/banchiere Verdini). E quelli te li raccomando... Mica ghe pensan per ti, caro italiano. Quelli pensano solo ed esclusivamente agli affari (così si scrive e così si legge) loro. E allora siamo punto e a capo, tutto come prima, tutto da rifare tranne che nella zona franca di Arcore. Là la crisi è superata o forse non è proprio mai arrivata. E il sole (delle alpi) non tramonta mai e il cielo è sempre azzurro e gli uccelli (così si scrive ma si legge pure in un altro senso...) stanno sempre in volo.
Già, come in una perenne fiction nella quale qualcuno voleva metter dentro a forza tutta la gente: con o senza lavoro, con o senza debiti, con o senza sorriso a 36 denti. E l'allarme lanciato non da Fini, non da Di Pietro, non dall'ultimo dei comunisti e nemmeno da un blogger qualsiasi a cui magari Silvio sta sulle palle, ma dal ministrissimo dell'Economia, smentisce clamorosamente la potente e indecente macchina da guerra della propaganda fide di Palazzo Chigi. E proprio mentre un uomo solo al comando (il solito, quello che c'ha i soldi) cerca di imbonire il pubblico votante con quotidiane irruzioni televisive. C'è poco spazio per l'ottimismo, dunque. Devo farmene una ragione perfino io che mi ero ripromesso a Capodanno di convertirmi alla causa.
Nell'analisi di Tremonti c'è poco spazio per i sorrisi e per le rassicurazioni, che servono solo a costringere gli italiani in una campagna elettorale permanente della quale farebbero volentieri a meno. Ma si apre una prateria enorme per le scorribande di un ritrovato e sano realismo, virtù dei responsabili (che coi Moffa, i Nucara e gli Scilipoti non c'entrano una beneamata mazza) che appare davvero come la nostra ultima spiaggia. Magari con una punta di sacrificio da estendere anche a chi ha finora campato sopra chi i sacrifici li fa per davvero. È questo, probabilmente, l'unico modo per superare la crisi e assieme ad essa i venditori di sogni (mai realizzati).
Il controcanto realista tremontiano, quasi come per un gioco delle parti, ha ridato fiato alle trombe di consumatori e sindacati. "Sulla crisi si dica fino in fondo la verità e si prendano decisioni conseguenti per il rilancio dell'economia con riguardo a chi soffre maggiormente", è l'attacco di Federconsumatori e Adusbef. In effetti, le ultimissime indagini dimostrano che l'Italia (eccetto Arcore) è di fronte a una situazione a dir poco problematica, con un Pil sempre più striminzito: dal crollo del potere di acquisto (-9,6% dal 2007 ad oggi), a quello dei consumi (-6% negli ultimi 3 anni).
Come se non bastasse, cassa integrazione e licenziamenti non accennano ad arrestarsi e già si avvertono gli effetti nefasti dei rincari annunciati a fine 2010. Le due associazioni di categoria, proprio per questo, ritengono che per fermare le speculazioni, le stesse lamentate da Tremonti, occorrerebbe avviare misure a sostegno del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, a partire da una detassazione di almeno 1.200 euro annui (ma mi sa che su questo punto l'opinione del superministro è un pochetto divergente...).
A ruota dei consumatori arriva l'allarme della Cisl (proprio del sindacato più dialogante tanto che s'è guadagnato fischi, pernacchie e mortaretti in giro per l'Italia), che ci fa sapere come i lavoratori in Cassa integrazione guadagni sono ormai 550 mila. Di questi, nel 2011 circa 400 mila rischiano di andare a ingrossare le fila dell'esercito di disoccupati che ha già superato la soglia dei due milioni.
E infatti l'anno è iniziato con svariate vertenze in attesa di risoluzione che interessano migliaia di dipendenti e operai. A partire da alcune aziende chimiche e petrolchimiche (Basell, Euroalluminia, Tamoil e Vinyls), passando per la vicenda degli stabilimenti Merloni e per quella di Tirrenia, fino alle situazioni della Fiat di Termini Imerese, della Omsa di Faenza, della Yamaha, della Maserati, della Sasch e di tante altre piccole e medie crisi industriali su tutto il territorio nazionale. Bene (anzi male)! In attesa che la macchina del fango del direttorio Belpietro/Feltri/Sallusti si attivi a pieno regime e che spunti qualche appartamento occupato a sbafo o qualche zoccola pronta a rivelare gli austeri amplessi con la erre moscia consumati dalle parti di via XX Settembre, cantiamo "meno male che Giulio c'è" e godiamoci i cinque minuti di simpatia dell'antipatico ministro. E ridiamo a più non posso per la nuova paturnia di Silvio "palle fumanti". Se vi affacciate alla finestra potete già avvertire l'odore intenso e nauseante di bruciato nell'aria... Oddio, no! Ora diranno pure che è colpa sua se nel mondo stanno cadendo stecchiti migliaia di uccelli, lo paragoneranno a Erode. Ma il mondo sa bene che alle feste del nostro premier è ammesso un solo volatile...
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