Probabilmente ha sfatato un luogo comune che non piaceva affatto al popolo napoletano: stiamo parlando dello studio effettuato dagli istituti di ricerca Mise-Censis, secondo cui Napoli non è più la capitale indiscussa del tarocco. Ma non è l’unico dato sorprendente: l’altro, che deve sicuramente preoccupare, è quello relativo ai giovani visto che ben il 76,6% delle persone di età compresa fra i 18 e i 25 anni compra merce contraffatta e la maggior parte di loro lo fa anche consapevolmente. Al primo posto della classifica ci sono i capi d’abbigliamento (67,3%) seguiti da cd e dvd (48,3%) e accessori (45,3%) mentre solo l’11% degli intervistati pensa di acquistare prodotti autentici. La presentazione dell’importante ricerca si è svolta prima a Napoli, poi proseguirà a Milano e Roma.
Il fenomeno della contraffazione delle merci, secondo il colonnello Nicola Alteri, comandante del nucleo di polizia tributaria di Napoli, “è diventato transnazionale: è stato delocalizzato per ridurre il rischio dei sequestri delle fabbriche e pagare meno la mano d’opera. All’inizio della filiera – ricorda Alteri – se investo un euro nella droga ne ottengo alla fine 7, nel falso siamo a 4,5 o 5 euro di fatturato finale”. La contraffazione, con questi dati, si colloca così al secondo posto nel mercato nero, dietro solo a quello degli stupefacenti. Nonostante il grande impegno della Guardia di Finanza, che ha portato a termine importanti sequestri negli ultimi mesi, oggi la criminalità può vantare ancora guadagni di miliardi di euro: “I prodotti ora si contraffanno a Singapore, Taiwan, Hong Kong e nelle province rivierasche della Cina, quelle vicino ai porti. Ma anche in Europa, nei paesi dell’ex Urss, in Romania, Montenegro”. Ad aggravare tutto ciò c’è il comportamento dei giovani che “sono sempre più orientati a non considerare l’acquisto come atto responsabile, incluso nei doveri di cittadinanza – spiega il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi - La pericolosità sociale della contraffazione è ormai acclarata“.
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