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Nba: Dan Peterson parla del Lockout e punta il dito sui giocatori !

Creato il 01 luglio 2011 da Nbadiretta

Dan Peterson parla a Datasport e spiega le motivazioni del lockout della prossima stagione NBA; ecco l’intervista : Di chi è la colpa del lockout ?“Sicuramente la responsabilità è al 100% dei giocatori. Sono molto arrabbiato con i giocatori Nba. Se ci tenevano davvero a questo sport avrebbero dovuto adeguarsi e accettare la riduzione della percentuale di profitto della Lega”. Ci spiega meglio? “I cestisti statunitensi nel loro stipendio ricevono il 57% degli introiti totali provenienti da diritti tv, incassi, merchandising. E’ un business elevatissimo. E non esiste in nessuna parte del mondo che i lavoratori prendono il 57 % e i proprietari il restante denaro. In qualsiasi rapporto di lavoro la percentuale è 40 lavoratori, 60 proprietari”. E tutto questo quindi penalizza fortemente i proprietari ? “Sì. Basti pensare che i proprietari perdono meno denaro non giocando una stagione che giocando. E’ un sistema completamente da cambiare. Soltanto due anni fa i club Nba hanno chiesto 200 milioni di dollari di prestito alle banche per coprire i passivi. Ecco questi 200 milioni sono già finiti”. E non c’ è margine di trattativa? “No. I giocatori hanno detto che al massimo si riducono questo benefit dal 57 al 54 %. Troppo poco. Le parti sono distantissime e c’è il rischio concreto che il “lockout” duri per tutta la stagione”. Ma quindi qualche top player Nba potrebbe venire a giocare in Italia? Credo sia possibile, certo. Nel 1999 giocatori e proprietari trovarono l’accordo a gennaio. Credo sia quello il termine. Se entro gennaio non si trovano soluzioni e la Nba rimane chiusa per tutta la stagione, a gennaio può esserci una migrazione in Europa”. Chi potrebbe arrivare nel nostro campionato? “Questo è impossibile da dire. In teoria potrebbero solo i free agent. Ma anche in questo caso nel regolamento non c’è totale chiarezza. Poi dipende da chi vuole rischiare e chi no. Cioè, tutte le assicurazioni che ci sono in Usa, in Italia non ci sono. Quindi dipende dalla volontà di ogni singolo giocatore. Se uno dice: ‘Io non ho paura di farmi male e ho voglia di giocare’, allora può venire. Se uno invece vuole riposarsi e non rischiare infortuni non viene”.

 


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