Joe Johnson è il simbolo e uomo franchigia degli Atlanta Hawks. Un leader silenzioso, un giocatore completo, mai sopra le righe, capace di fare tutto sul campo e di segnare quando la palla è più pesante. Dopo essere stato scelto dai Celtics nel 2001 ed esploso ai Phoenix Suns, nel 2005 si trasferisce in Georgia. Si dimostra fin da subito un All Star e gli Hawks crescono di stagione in stagione, fino al ritorno ai playoffs. La scorsa estate, la famosa del 2010, JJ era uno dei pezzi pregiati del mercato, appena sotto James e Wade, ma a 29 anni ha preferito legarsi per 6 anni ad Atlanta, incassando il massimo possibile, 119 milioni di dollari, e restare così fino al termine della carriera probabilmente. Nonostante le sirene di Knicks, Bulls e Cavs, Johnson ha fatto la scelta più saggia, soprattutto in vista di un lockout e di una rivoluzione nel salary cap.
In questa stagione, nonostante gli Hawks stiano facendo ancora bene sotto il nuovo coach Larry Drew e si confermano una delle corazzate dell’est, Joe Johnson sembra abbia un po’ abbassato il rendimento proprio nella prima stagione del suo milionario contratto. I maligni penserebbero: “Ha dato tutto per il contratto della vita, ora si siede e si gode i dollaroni nella fase calante della carriera“. Un contratto che parte dai 16 milioni di questa stagione fino ad arrivare ai quasi 25 dell’annata 2015-2016. Le cifre appoggiano questa teoria visto che Johnson sta viaggiando a 19 punti di media quando con Atlanta non era mai stato sotto i 20 (stagione 2005-2006), la percentuale dal campo è la peggiore dal 2003 (43%) e anche al tiro da tre, una delle sue specialità, viaggia col 29% (peggio aveva fatto solo nella stagione da rookie a Boston).
All’inizio di dicembre ha saltato 9 gare per un’operazione al gomito destro. A novembre le sue prestazioni sono state altalenanti (16 di media), solo quattro volte oltre i 20 punti, nemmeno in doppia cifra in due occasioni, e gli Hawks ne hanno risentito. Probabilmente non era al meglio fisicamente ma non dava l’impressione di quel controllo sulla gara che di solito ha. Dopo il rientro dall’infermeria, è stato tutto un altro Johnson, anche se non ancora quello che conosciamo: 17 di media, due ventelli e sempre in doppia cifra. A gennaio invece, JJ versione All Star, quello vero: quasi 28 punti di media, seppur contro avversari di seconda fascia (Toronto, Indiana, Sacramento) praticamente sempre oltre il ventello e con 36 nella sofferta vittoria interna contro i Kings, in cui ha messo i canestri decisivi. Atlanta è 7-1 di record nel 2011: tutto fa ben sperare per un’altra stagione da protagonista e anche Johnson sta ritornando l’All Star che conosciamo, alla faccia dei maligni…
Joe Johnson nella favolosa gara 4 contro i Celtics del 2008: on fire!!