Due le gare giocate nella notte Nba. Diciamo subito che Phoenix ha vinto a Golden State nonostante i 38 di Monta Ellis, così ci concentriamo sull’altra, che aveva qualche significato in più della pura gara di pallacanestro.
La data del 2 dicembre se l’erano segnata in tanti, soprattutto a Cleveland, perchè era il giorno del ritorno alla Quicken Loans Arena, da avversario, di LeBron James, con i suoi Miami Heat. La partita è durata per poco più di un quarto perchè Miami all’intervallo era già a +19, 59-40. LeBron ha segnato 14 punti nel primo tempo e poi si è scatenato nel terzo firmandone altri 24 (eguagliato il record di franchigia di Wade per punti in un periodo) per un totale di 38, massimo in stagione e con la maglia di Miami. Nell’ultimo periodo “King James” è rimasto seduto e il cast di supporto ha condotto in porto la vittoria 118-90.
Ovviamente il clima era assolutamente ostile a Cleveland per il ritorno del “traditore“, ma non è successo nulla di quanto era stato preventivato, con addirittura un pre allarme e l’allerta della sicurezza dei Cavaliers e delle forze dell’ordine preoccupate di quello che avrebbero potuto scatenare i fans. Niente di niente: d’altronde in America non c’è il tifo ossessivo che c’è nei palazzetti di Grecia, Turchia ed ex Jugoslavia, oppure negli stadi di calcio, dove il ritorno da avversario di un ex giocatore viene “evidenziato” in maniera sonora: chiedere a Ibrahimovic o a Ronaldo, per non parlare di una testa di maiale lanciata a Luis Figo in un Barcellona-Real Madrid, con il portoghese alla prima volta in Catalogna da ex con la maglia del Real.
Queste le parole di LeBron nel post gara: “Mi sono passate tante cose per la testa, ma sono riuscito a concetrarmi sulla partita. I fischi? Non ho niente di personale contro questi tifosi e mai l’avrò. Era una partita di basket. Non sono deluso per i fischi, in fondo erano qui per fare il tifo per la loro squadra, è giusto che i fans sostengano i Cavaliers come hanno sempre fatto. Non posso dire niente di brutto su questi tifosi. Dalla stagione prima che io arrivassi, chiusa con 17 vittorie, siamo cresciuti fino alle ultime due stagioni, quando abbiamo avuto la miglior squadra della lega durante la regular season. Capisco la loro frustrazione. Io stesso ero frustrato perché non abbiamo ottenuto quello che volevamo. Ma auguro il meglio a questa organizzazione e a questi tifosi, che sono i migliori”.
Oltre ai 38 punti di James, Miami ha potuto contare su un Dwyane Wade favoloso da 22 punti, 9 rimbalzi, 9 assist e 3 recuperi, il primo già sul primo possesso concluso con una schiacciata in contropiede. 15 di Chirs Bosh, 18 con 5 triple di James Jones, 0 senza tiri per un altro grande ex come Zydrunas Ilgauskas, lui però applaudito durante l’introduzione. Questa vittoria ha avuto un grande significato secondo coach Spoelstra, molto discusso in questi ultimi giorni: “Sentivamo questa gara come fosse una sfida di playoffs. Ho visto in campo un’unione tra i giocatori che mai avevo visto prima in questa stagione”. Poco da dire sui Cavs: nonostante il record di 7-11, non così pessimo, hanno mostrato grossi limiti: il migliore è stato Boobie Gibson, che ha messo a segno 21 punti con 4 triple, mostrando all’ex compagno LeBron che si fa anche senza di lui. Gli altri meno però.
Gli highlights del ritorno a Cleveland di LeBron James con i Miami Heat.